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Terremoto e Rapporto Ichese, dossier in procura

Terremoto e Rapporto Ichese, dossier in procura

Comitati e associazioni hanno annunciato un’azione congiunta in sei tribunali, tra cui quello di Ferrara, per fare chiarezza sulle conseguenze dell’estrazione degli idrocarburi dal sottosuolo

21 giugno 2014
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Finisce in procura il caso del Cavone di Mirandola sollevato dalle conclusioni del rapporto Ichese che ha indagato sulle cause del sisma del 2012. i comitati Ambiente e Aalute di Rivara, Terrambiente Sottosuolo, Ferrara Salute, l'Associazione riprendiamoci il pianeta, nonchè alcuni esponenti dei comitati No Triv di Ferrara, Reggio emilia e Modena hanno depositato un esposto presso le procure della repubblica dei tribunali di Modena, Reggio emilia, Ferrara, Mantova, Rovigo e Bologna «per chiedere di fare chiarezza su ciò è avvenuto realmente nel nostro territorio». Per i comitati «le conclusioni del Rapporto Ichese, che nessuno si aspettava, hanno gettato un'ombra sulle attività antropiche legate all'estrazione e coltivazione di idrocarburi nel nostro territorio in atto da decenni», un'ombra «sempre rinnegata dalle istituzioni, quasi che parlarne fosse un tabù».

Il terremoto del 2012 «è sicuramente di origine tettonica e speriamo che prima o poi tutti prendano coscienza della sismicità reale del nostro territorio - spiegano i comitati - ma il rapporto ichese non esclude l'innesco dovuto alle attività legate al giacimento petrolifero del Cavone in base a calcoli ed evidenze statistiche comunque parziali, in quanto risultano assenti una serie di dati essenziali per comprendere appieno la storia del comportamento di quel giacimento dalla sua scoperta in poi».Ma nel mirino dei comitati c'è soprattutto il laboratorio Cavone, cioè l'attività di sperimentazione voluta dalla Regione Emilia Romagna, in accordo con il Ministero dello sviluppo economico e con Gas Plus, la società che gestisce i pozzi di estrazione nella zona del cratere, che si è sviluppata con fasi di reiniezione e di osservazione dei comportamenti dei pozzi in particolare del pozzo 14 utilizzato per la reiniezione di liquidi ad alta pressione. «Questo laboratorio di indagini svolte sul giacimento ad opera sempre dell'operatore petrolifero con la supervisione di Regione e Mise, non agisce a nostro avviso in modo adeguato - aggiungono i comitati - in quanto, ad esempio, i dati degli eventi sismici non sono in tempo reale e nemmeno on line, ma vengono caricati alcuni giorni dopo e solo dallo scorso martedì con l'indicativo dell'orario di tali eventi, prima completamente assente».

Nelle scorse settimane «si sono svolte delle prove di iniezione nel giacimento concluse il 16 giugno e da quanto emerge sul sito di Cavonelab due giorni dopo, cioè mercoledi 18, e poi la scorsa notte, si sono verificati due
eventi sismici nell'area del reservoir di cui l'ultimo percepito in maniera netta dalla popolazione della bassa», eventi su cui i cittadini chiedono chiarezza domandando se davvero si possa trattare di «pure coincidenze», e sottolineando l'urgenza di «fare piena luce da parte della magistratura su questa e altre questioni, nell'interesse dei cittadini e del territorio della Bassa modenese così gravemente colpito, anche in virtù del dimenticato principio di precauzione». Per i comitati «le incertezze che sono e resteranno sempre tali sono quelle sull'eventuale attivazione o innesco di un sisma in una zona già carica di energia tettonica naturale»,
concludono i comitati.