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Con Facebook il buon vicinato è 2.0

Con Facebook il buon vicinato è 2.0

Quasi 200 famiglie si sono riscoperte comunità grazie all’idea di una residente. E c’è pure la piccola biblioteca libera

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Chi pensa che tra Facebook e il vecchio “filò” di cortile la distanza sia incolmabile non ha conosciuto i “Residenti di via Pitteri (e dintorni)”. All’origine fu un gruppo chiuso, e poi la strada divenne “social street”. A raccontare un’esperienza ancora unica a Ferrara sono intervenuti ieri al Giardino delle Duchesse i protagonisti delle Buone Pratiche, associazioni e comitati che hanno voluto condividere con i ferraresi dieci “trucchi” per rendere la vita più bella, piena e solidale. L’incontro, organizzato nell’ambito di Bio Per Tutti, ha così spaziato dai gruppi di acquisto solidale al volontariato accogliente, toccando poi i temi del cohousing (vedi articolo a fianco) e, appunto, della “social street” di via Pitteri. Un’esperienza nata dall’idea di una residente, Alida Nepa, che in poco tempo è riuscita trasformare 192 famiglie da un insieme di vasi non comunicanti in una vera comunità. Riscoprendo pratiche sopite di buon vicinato, il valore aggiunto del mutuo aiuto, il tutto condito con il pepe della creatività.

«È un modello replicabile ovunque», spiega Alida. Per cominciare, sono bastati un gruppo chiuso su Facebook e cinque euro. Il primo, battezzato “Residenti di via Pitteri (e dintorni)” ha chiarito la “mission” dell’iniziativa: superare i limiti del “buongiorno” e “buonasera” per scoprire che nel palazzo in cui vivi c’è qualcuno in grado di svolgere piccole riparazioni, andarti a prendere i bambini da scuola, aiutarti a cucire l’orlo dei pantaloni. E, perché no? Scambiare due chiacchiere o una cena per conoscersi meglio.

I cinque euro invece sono stati investiti nella stampa di un volantino, moltiplicato in 200 fotocopie, che Alida ha infilato nelle buchette della posta dei vicini, per informare i più “tecnologici” sull’esistenza del gruppo Fb e raggiungere tutti gli altri. Il risultato è stato oltre le aspettative. «La sorpresa più bella - continua Alida - è stato scoprire quanto sia forte il desiderio di recuperare i vecchi rapporti di vicinato e instaurare nuove amicizie. In questo modo Facebook non è il fine, ma il mezzo per conoscersi e incontrarsi di persona». Tant’è che per chi non è pratico di social network le informazioni viaggiano... sull’oblò di una lavatrice. Merito di un altro residente di via Pitteri, Nicola: quando l’elettrodomestico si è guastato ha pensato bene di togliere l’oblò e trasformarlo in una bacheca per gli annunci. In questo modo anche chi non ha Facebook è stato messo al corrente della “Cena di strada” che si è tenuta giovedì sera nella piccola trasversale di via del Campo. «Ognuno ha portato una sedia, cibo per due o tre persone e un tavolo. Eravamo circa un centinaio, appena ha fatto buio i bambini hanno giocato a nascondino divertendosi da matti. E hanno visto la loro strada in un modo diverso».

L’oblò-bacheca, è bene ricordarlo, si trova vicino alla biblioteca. La little free library, piccola biblioteca libera dove ognuno prende in prestito e mette a disposizione i libri, appunto in libertà. «L’abbiamo ricavata recuperando un bancale di legno trovato vicino a un cassonetto. L’abbiamo ripulito, abbellito con il decoupage e protetto con il plexiglas per tenere i volumi all’asciutto». Qualcuno era scettico, si temeva il saccheggio. Invece la cosa sta funzionando: l’unica accortezza è stata etichettare i libri con “Biblioteca di via Pitteri” per evitare speculazioni.

Non meno successo ha avuto il corso di maquillage e segreti di bellezza tenuto (in via del tutto gratuita) da una truccatrice professionista nella sua casa di via Pitteri. E per rendere più saporito un piatto speciale i residenti non devono riempirsi la casa di spezie: basta scendere e procurarsi l’occorrente nell’orto (condiviso) di piante aromatiche.

Alessandra Mura