Così il drone-insetto controlla la salute dei nostri frutteti
Confagricoltura scopre le nuove tecnologie di Imamoter E l’assessore Calderoni promuove la smart farm
La giunta di Confagricoltura Ferrara guidata dal presidente Pier Carlo Scaramagli e dal direttore Tiziano Artioli accompagnati dall’assessore provinciale all’Agricoltura Stefano Calderoni, ha fatto visita a Imamoter, l’Istituto per le Macchine Agricole e Movimento Terra del Cnr con sede a Ferrara. A fare gli onori di casa l’ingegner Roberto Paoluzzi, dal 2009 alla direzione dell’Istituto e i colleghi Antonino Bonanno e Massimiliano Ruggeri. Oltre alla sede principale di Ferrara, che si estende su tre ettari, Imamoter opera in un’azienda agricola sperimentale in provincia di Asti, in sedi di lavoro a Reggio Emilia e Torino e in una stazione sperimentale a Candiolo (To), una delle tre riconosciute dall’Ocse in Italia. «Le attività di ricerca si rivolgono a tutte le tecnologie impiegate nella realizzazione di macchine agricole, macchine operatrici non stradali e alle tecniche di lavorazione e cura delle coltivazioni, dei cantieri e degli ambienti rurali e industriali – ha affermato Paoluzzi – tra le tante cose, ci occupiamo di analisi e ottimizzazione del comportamento acustico e vibrazionale delle macchine e dei loro accessori, studiando anche le caratteristiche dei rumori stessi, in quanto esistono rumori a bassa intensità che possono essere più dannosi di quelli ad alta intensità. A Imamoter lavoriamo anche sulla robotica, realizzando applicazioni che, in futuro, con adeguati sensori, potrà essere mutuata anche nelle macchine movimento terra. In pratica stiamo integrando dei sensori su droni da utilizzare in agricoltura, per monitorare lo stato di salute delle piante o il livello di maturazione della frutta. Quando occorre effettuare un trattamento nel frutteto, il drone in funzione della situazione delle piante, stabilisce metro per metro quanto fitofarmaco deve essere distribuito, interagendo direttamente con lo sprayer montato sul mezzo meccanico». «I droni funzionano come insetti e acquisiscono le informazioni attraverso una sorta di proboscide – interviene Ruggeri - contiamo in futuro di implementare tali sistemi con strumenti di riconoscimento fogliare che permettano di abbattere fortemente l’uso di antiparassitari, consentendo pertanto di ottenere prodotti agricoli di più elevata qualità e a un minor costo». Bonanno, che si occupa di materiali innovativi, ha spiegato come si stia studiando l’utilizzo della fibra di canapa per impieghi strutturali come materiale rinforzante. «La canapa ha una elevatissima resistenza meccanica ed è facilmente riciclabile, utilizzare la fibra di canapa per realizzare materiali plastici, sostituendo la fibra di vetro, potrebbe tra l’altro favorire la ripresa della coltivazione della canapa nei nostri territori». «Rimpiango di non avervi conosciuto prima - ha affermato l’assessore Calderoni - che ha ricordato come una parte dei fondi del prossimo Psr sarà indirizzata alla ricerca applicata – l’idea di “Smart farm” mi ha particolarmente suggestionato; auspico che questo vostro progetto possa trovare aziende pilota tra quelle poste in prossimità di centri abitati». «Giornata molto interessante - ha concluso il presidente Scaramagli - Credo che la presenza di un organismo di ricerca di questa caratura nel territorio, combinata con chi altrettanto se ne occupa sul versante agronomico, come la Fondazione Navarra, debba essere valorizzata con maggiore collaborazione».
Andrea Tebaldi