Ma com’è strano vivere qui Ferrara è la città del però
Alla scoperta di un piccolo e sconosciuto libro fondamentale per conoscerci Così clandestino che ha meritato uno dei maggiori premi, ma ad Enna, Sicilia
Raccontano di Ferrara però… Però per essere scoperti sono dovuti andare fino a Enna, in Sicilia. Andrea Poli, Andrea Pizzirani e Luca Ghetti sono gli autori di “La città del però” (Festina Lente Edizioni, 2012), libro che gioca sui vizi e sulle virtù di Ferrara e dei ferraresi. Il volume pubblicato da Marco Mari, piccolo editore coraggioso, è un misto di satira bonaria, di scrittura umoristica e illustrazioni. Anzi, per meglio dire, di vignette che anche se affiancate alle storie narrate, sono capaci di vivere tranquillamente di vita propria. Lo scorso 15 giugno il libro ha vinto il primo premio al concorso di letteratura umoristica “Umberto Domina” di Enna. «Il Premio, giunto alla sua quarta edizione è l'unico concorso di scrittura umoristica sopravvissuto - afferma l’editore -. Spesso questo tipo di letteratura viene considerato di Serie B purtroppo e non ha la risonanza che invece meriterebbe. Siamo stati felici di conquistare il primo posto del podio e francamente il risultato è stato anche inaspettato». «Quello che ci è piaciuto - si collega Pizzirani - è l'attenzione che ci è stata riservata. Il concorso si è svolto in maniera molto professionale con una giuria di tutto rispetto e l'interesse che ha suscitato in loro il nostro libro ci ha lusingati. “La città del però” è sì Ferrara per noi, però (torna sempre, ndr) molti punti sono veri anche per altre piccole città di provincia». Come dire, tutto il mondo è paese. L’opera di Poli, Pizzirani e Ghetti vanta un antenato importante: “Girolamo!”, altro libro di satira pubblicato nel 1989. «Volevamo riproporre quella linea lì, prendere in ridere alcuni aspetti dei ferraresi che sono quotidianamente sotto gli occhi di tutti. Dalla Spal ai conflitti tra automobilista e ciclista, dalla salamina al palio… Così - spiegano - tra un incontro e l'altro è nata l'idea di questo libro. La cosa che ci piace sottolineare è che si tratta di un’opera partecipata: ognuno ci ha messo del suo per realizzarlo». Perché si parlasse di loro hanno dovuto percorrere tutto lo Stivale, arrivare fino in punta e risalire. Nelle grandi librerie della città estense il volume è pressoché sconosciuto. Altrove invece questa, e altre opere edite da Festina Lente Edizioni, sono apprezzate e conosciute. «Come si dice? Nessuno è profeta in patria? Ecco, dev’essere così. Spesso - spiega Mari - i “piccoli editori locali” vengono snobbati a priori e con essi anche le opere e gli autori che propongono. Non tutto però è da buttare. Io vendo molto per corrispondenza e diversi miei volumi sono presenti in varie librerie di Italia; vendo all’estero ma qui a Ferrara non vi è traccia del mio lavoro», ed è un peccato perché, prendendo in esame il caso, "La città del però" si presenta davvero bene. «Non è un prodotto dissacrante, che demolisce la città. È - concludono - un insieme di episodi di vita quotidiana su cui fare due risate. E riflettere».
Samuele Govoni