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Napolitano restituisce a Caprini la medaglia

Napolitano restituisce a Caprini la medaglia

Caso Aldrovandi, il poliziotto-sindacalista l’aveva consegnata al Capo dello Stato dopo le polemiche per gli applausi del congresso Sap agli agenti condannati

23 giugno 2014
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Aveva restituito per protesta al più alto rappresentante dello Stato la medaglia di bronzo al valore civile per aver salvato una donna dal suicidio, oltre all’attestato di Cavaliere della Repubblica. L’altro ieri li ha riavuti indietro e a restituirglieli è stato lo stesso Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Sono stato chiamato ieri mattina (sabato, ndr) dal questore - racconta l’ispettore capo dell’Ufficio volanti della questura di Ferrara - che mi ha notificato la restituzione della medaglia (risale al 1992) e l’attestato di Cavaliere della Repubblica che avevo restituito al presidente Napolitano. Ho ricevuto due lettere - prosegue il dirigente del Sap - una di consegna e l’altra, firmata dal segretario generale alla Presidenza della Repubblica, nella quale tra l’altro si stigmatizza “l’azione di chi tende ad alimentare un clima di diffidenza se non di avversione alle forze dell’ordine”».

«Sono contento di questo gesto del Presidente - ha concluso Caprini - per tutti i colleghi che fanno mattina, pomeriggio e sera su una volante con il timore, ormai, di prendersi una denuncia». Caprini aveva reso medaglia e attestato dopo le polemiche emerse nella vicenda degli applausi agli agenti del caso Aldrovandi, durante il recente congresso del sindacato, in romagna. Secondo quanto riferito dal quotidiano ‘Il Tempo’, in una lettera della segreteria generale della Presidenza della Repubblica vengono inoltre evidenziati «i sentimenti di riconoscenza e apprezzamento» per gli appartenenti alla Polizia di Stato. Caprini aveva annunciato il gesto nel maggio scorso. Quell'applauso, aveva spiegato Caprini, era «di vicinanza umana (di una trentina di secondi) a causa del pianto in cui sono scoppiati» gli agenti condannati per la morte di Federico Aldrovandi. «Lo stimolo che mi ha portato ad indirizzare una parte del mio applauso ai tre colleghi - aveva precisato Caprini - è, forse, il medesimo che porta Lei a recarsi nelle carceri», quindi «una doverosa manifestazione di carità umana e di misericordia nei confronti di chi soffre e patisce, fosse anche colpevolmente».