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Asp in profondo rosso, rischio welfare

Asp in profondo rosso, rischio welfare

Quasi un milione di euro di disavanzo, crescono le esigenze e cala il finanziamento pubblico. La ricetta? Rigenerarsi

23 giugno 2014
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I bisogni sociali dei ferraresi continuano a crescere e i soldi messi a disposizione per affrontarli calano: così, in assenza d’introiti straordinari come quelli post-terremoto, la spia rossa che si è accesa nel punto d’incrocio di questo doppio flusso, cioè il bilancio dell’Asp-Centro servizi alla persona, è una conseguenza non certo inattesa. Il dossier Azienda sociale è tra quelli maggiormente in evidenza sulla scrivania del sindaco Tiziano Tagliani, e forse non è un caso che dopo la sua rielezione siano subito circolate voci di un ricambio rapido ai vertici di via Ripagrande: Paola Boldrini si è dimessa da consigliere prima ancora dell’insediamento della nuova assemblea, è la maggiore indiziata a sostituire il presidente Sergio Gnudi all’assemblea dei soci del 30 giugno.

I numeri del 2013 sono già nero su bianco, ma appunto il colore prevalente è il rosso cupo: quasi un milione di euro di disavanzo, 972.095 euro per la precisione, in netto peggioramento rispetto alla perdita dell’anno precedente, che si era fermata a 128.872 euro, mentre il 2011 si era chiuso addirittura con un piccolo utile. Il valore della produzione è calato drasticamente, mentre i costi lievitano: basti pensare a 55.302 euro in più per il tutoraggio all’inserimento lavorativo (è un servizio rivolto ad adulti con lieve forme di disagio sociale o disabilità, con o senza minori), e 135.546 euro in più per l’inserimento in azienda, o anche la crescita dell’impegno (+42.926 euro) per l’inserimento in struttura dei minori. Il tutto in un anno nel quale l’azienda non ha potuto contare sull’entrata straordinaria del rimborso assicurativo per i danni procurati a via Ripagrande dal sisma, 660.000 euro che erano arrivati nel 2012, e che ha visto ridursi il contributo del Comune di Ferrara: -168.340 euro, pari al 2,28%. Sul bilancio dell’azienda pesano i costi relativi all’accoglienza dei profughi nord africani, che poi verranno rimborsati dallo Stato, è che intanto sono saliti a 660.255 euro (+56,6%).

Come si può far fronte ad una situazione del genere? Così scrivono gli amministratori uscenti: «La crisi, con le sue pesanti ricadute sociali, obbliga ad un ripensamento e a un salto di qualità di un sistema di welfare che deve diventare capace di rigenerare le proprie risorse, sia economiche che di personale. Un welfare generativo, quindi, che deve responsabilizzare e responsabilizzarsi, sulla base di un diverso incontro di diritti e doveri». Fare più con i mezzi propri, insomma. E quanto al personale, qualcosa bisognerà cambiare, «investire e riutilizzare diversamente le risorse incomprimibili a disposizione è la strada obbligata per rendere meno statico e rigido un fattore produttivo che non si può continuare a leggere come una spesa seccamente incompromibile».

Stefano Ciervo

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