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Estate calda tra sindacati e aule di giustizia

di Stefano Ciervo
La sede centrale della Cassa di Risparmio di Ferrara in corso Giovecca
La sede centrale della Cassa di Risparmio di Ferrara in corso Giovecca

Prima causa da 500mila euro per la vendita delle azioni. E le sigle aziendali stanno pensando allo stato di agitazione

24 giugno 2014
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FERRARA. Si preannuncia un’estate calda per Carife sul doppio fronte sindacale e giudiziario. In attesa di sviluppi sulle trattative per la cessione della banca, infatti, monta lo stupore e l’irritazione dei rappresentanti dei lavoratori per il muro di gomma opposto dai commissari Giovanni Capitanio e Antonio Blandini alla forte presa di posizione di tutte le sigle sui problemi connessi all’applicazione dell’accordo del novembre scorso, che ha prodotto 150 esuberi.

A dieci giorni dalla conferenza stampa di fuoco, nella quale i sindacati se l’erano anche presa con la ridda di opinionisti pro-contro la vendita della banca e la stessa Bankitalia, nessun segno di vita da parte dei commissari.

Restano quindi nel limbo le richieste dei rappresentanti dei lavoratori, in particolare la diffusione dei dati previsti dall’accordo stesso: non solo quanti dipendenti sono andati in fondo esuberi, quanti hanno ottenuto part time e altri istituti contrattuali, ma in concreto quanto hanno prodotto queste misure in termini di risparmio dei costi e come hanno inciso sull’organizzazione del lavoro, visto che gli straordinari continuano ad essere non pagati.

Nulla di coperto dal segreto commissariale, in teoria, ma di fatto inaccessibile, anche se c’è chi, tra i sindacati, aveva ipotizzato difficoltà da parte della struttura dirigenziale ad elaborare i dati, in alternativa all’assoluto riserbo di Capitanio e Blandini. In ogni caso la clessidra sindacale si sta svuotando e la prossima settimana è attesa una nuova riunione intersindacale per decidere quali forme di lotta intraprendere in caso di mancata risposta. Il 14 giugno si era arrivati ad ipotizzare class action per la tutela della banca, sulla scia di quanto sta accadendo a Carige e in altre banche commissariate, ma questa sembra una strada quanto mai difficile da praticare, mentre prende consistenza la possibilità di attivare lo stato di agitazione del personale, che sarebbe un fatto dirompente visto che dall’altra parte ci sono appunto i commissari di Bankitalia.

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Hanno invece deciso di agire con citazioni individuali i risparmiatori che contestano la vendita delle azioni Carife a prezzo molto superiore a quello con il quale viene scambiata attualmente (4,56538 euro quello medio di maggio). Federconsumatori ha raccolto circa 600 dossier per i quali vanno avanti, senza esito, le procedure di conciliazione obbligatoria.

«La banca comunica invariabilmente di non aver intenzione di conciliare, per cui avvieremo le citazioni in giudizio - informa Massimo Cerniglia, il legale specializzato che lavora con Federconsum - La prima è già pronta, e la invieremo il 3 luglio, subito dopo la conciliazione: si tratta di un imprenditore della provincia di Ferrara che ha acquistato 500mila euro in azioni Carife, sia nell’ambito dell’aumento di capitale del 2011, sia in altre circostanze, con ben 8 acquisti nel giro di tre mesi. Riteniamo ci siano gli elementi di una causa di risarcimento danni per acquisto non appropriato, in base al Testo unico sull’intermediazione finanziaria e il regolamento Consob». È una causa pilota, ne seguiranno altre.

 

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