La protesta dei veri artigiani artistici
«Pochi controlli sugli abusivi e su chi si vende prodotti che non sono fatti a mano, ma spesso vengono dall’estero»
Elisabeth e Sergio Arce, coppia di ceramisti di Serravalle, sono dei veri veterani del mercato dell’artigianato artistico organizzato dalla Cna, che si presenta come appuntamento immancabile a Ferrara, tra piazza Trento Trieste e piazza Savonarola, ogni terzo fine settimana del mese. Ma, ultimamente, lo scontento si sta accumulando, fino a rischiare che il vaso trabocchi. E non sono i soli. Il motivo è presto detto: la concorrenza sleale dei cosiddetti hobbisti, per lo più soggetti abusivi a dire dei ceramisti, che troverebbero spazi e visibilità crescente a Ferrara, fino a riempire la piazza praticamente ogni week end, mentre per gli artigiani in regola i vincoli sarebbero ben più rigidi.
“Non ci si improvvisa ceramisti – spiega Sergio Arce – Ho studiato a lungo per fare questo mestiere, per il mio laboratorio ho speso 15 mila euro, tutto a norma di legge, e poi come artigiani abbiamo costi fissi molto alti. Perché, allora, la pubblica amministrazione deve mettere sullo stesso piano chi si improvvisa, evade le tasse e lavora fuori regola, magari in nero o come secondo lavoro? Mi sento trattato ingiustamente”.
La delibera del Comune di Ferrara relativa allo svolgimento del Mercato dell’artigianato artistico prevede, infatti, 10 uscite nel corso dell’anno, più due di carattere straordinario, nell’ambito della programmazione annuale delle fiere e mercati sul territorio comunale. “Noi artigiani abbiamo bisogno di lavorare, di visibilità, soprattutto in questo momenti di crisi – sottolinea Arce – Però non possiamo oltrepassare certi limiti, mentre vediamo che gli hobbisti sono in piazza praticamente tutti i week end. Perché per loro nessun vincolo?”
Con la mostra di Matisse le occasioni di affari sono state positive, ma troppo poche, sostengono gli artigiani del mercatino. Se lo chiede anche Anna Nicolussi, di Mancini Arte, che collabora con il figlio Massimiliano nell’impresa. “Lavoriamo tutto l’anno nei nostri laboratori, creiamo oggetti partendo dalla materia prima, al modello, fino al montaggio. È un processo delicato e certo non frutto di improvvisazione, la creazione d’opera dovrebbe essere tutelata. E, invece, ci tocca di subire la concorrenza sleale degli hobbisti. Per loro le piazze ci sono sempre”.
Concorda pienamente Lorenza Cocco di Produco saponi: “Paghiamo regolarmente tasse, Inps, Inail, senza contare i costi legati alla nostra attività artigianale vera e propria. Ma se le condizioni non cambiano, il nostro è un mondo che rischia di scomparire”. Sul fatto che si offrano troppo poche occasioni di mettersi in mostra agli artigiani del mercato, Aggeo Caccia fa presente che, in verità, è stata prospettata qualche possibilità aggiuntiva, però il Comune può decidere in proposito solo qualche giorno prima della data di un possibile mercato straordinario. “Ma, a queste condizioni, come possiamo organizzare la nostra presenza ad un mercato? Se ci rispondono negativamente, perdiamo il lavoro di un fine settimana, che avremmo potuto dedicare ad un’altra piazza. Si dovrebbe, forse, tenere più conto di come si svolge il nostro mestiere: ore e ore in laboratorio per creare i nostri oggetti, mentre i fine settimana li dedichiamo alla vendita nei mercati. Dove, poi, si registra una vera e propria invasione di soggetti senza vincoli di sorta, che magari vendono prodotti industriali provenienti dal medio Oriente. Mentre io ci metto la vita nel mio lavoro”.