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«Musei, è molto sbagliato far pagare gli anziani»

«Musei, è molto sbagliato far pagare gli anziani»

Ancescao e Anteas contestano la novità annunciata dal ministero della Cultura «Molti non possono permettersi i soldi per l’ingresso. Salteranno gite e indotto»

26 giugno 2014
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Fra i provvedimenti presi nell’ottica della spendin rewiev, il ministro Dario Franceschini ha inserito una diversa normativa riguardo agli ingressi ed orari dei musei. Quello che ha fatto particolarmente scalpore è il fatto che già dal 1 luglio (mai provvedimento è stato applicato tanto celermente) gli over 65 che fino ad oggi avevano ingresso gratuito, pagheranno il biglietto intero sia per i musei statali che comunali. Favoriti saranno invece i giovani minorenni mentre gli studenti fino a 25 anni entreranno con una riduzione; l’ingresso gratuito rimane la prima domenica del mese poi ci saranno due notti all’anno con entrata ad 1 euro e l’ apertura serale tutti i venerdì.

«Trovo che sia uno sbaglio – ha dichiarato Gianni Artini presidente Ancescao che comprende i 34 Centri Sociali di Ferrara e Provincia che hanno complessivamente circa 18 mila iscritti - perché è un fatto puramente remunerativo. Sono soprattutto gli anziani o le persone mature che vanno visitare i musei e non i giovani che avevano già a disposizione le iniziative scolastiche. Penso a quando organizzo il programma delle gite dove inserivo sempre una visita ad un museo o ad una mostra offrendo occasioni che molti non avevano mai avuto nella loro vita. Ora dovrò mettere “ facoltativo” poiché i costi non sono bassi e così toglieremo quei momenti culturali importanti. Giovedì ci sarà la riunione provinciale per l’elezione delle nuove cariche e ne parlerò ufficialmente dimostrando il mio parere nettamente contrario».

Anche Carlo Mini - vice presidente di Anteas, che si occupa di pensionati e di persone della terza età - ha reagito negativamente alla proposta di Franceschini. «Secondo le statistiche il numero più alto dei visitatori apparteneva proprio a questa fascia di età ed ora togliendo questa opportunità, proprio a loro che hanno tanto tempo libero a disposizione e voglia di conoscere e sapere, vedremo le cifre ridursi notevolmente. I giovani pensano alla musica, ai concerti e poco ai musei ed alle mostre». (mar.go)