Tari, tutti contro la Regione
Comune, Ascom e commercialisti: l’Atersir controlli meglio i costi. Bollettini errati, chiesta chiarezza
L’unica cosa sulla quale Comune, commercianti e commercialisti sono d’accordo, per quanto riguarda la contestata tassazione sui rifiuti, è che il “controllore” non va bene. L’Atersir, l’agenzia regionale nel cui Consiglio d’ambito siede la dimissionaria Marcella Zappaterra (Provincia), mostra la corda: «La criticità del sistema, soprattutto per quanto concerne l’esiguità della struttura tecnica di Atersir - si legge nella nota riassuntiva dell’incontro di ieri tra l’assessore Luigi Marattin, Ascom e Acf - risiede nel fatto che tale assetto non garantisce assolutamente lo svolgimento di una appropriata funzione di regolamentazione di un monopolio naturale: vale a dire controllare minuziosamente i costi di esercizio del gestore e garantire, alla scadenza dell’affidamento, la massima contendibilità del servizio». Maggiore e più appropriata regolamentazione pubblica e maggiore concorrenza nell’assegnazione del servizio sono quindi «due forti richieste che vedono accomunate Comune e associazioni».
Ascom e Acf hanno poi chiesto la possibilità di rivedere la ripartizione tra utenze domestiche e utenze non domestiche, a vantaggio di queste ultime, e lo studio di forme di premialità per le imprese che effettuano la raccolta differenziata. «E’ necessario - ha detto Davide Urban, direttore Ascom - da un lato, provvedere a riequilibrare la ripartizione del peso della Tari tra famiglie ed imprese e che vede in questo momento le aziende del terziario (commercio, servizi e turismo) purtroppo assolutamente appesantite e svantaggiate. Dall'altro bisogna rivedere i costi del servizio di Hera, e valutare a rendiconto quanti costi effettivamente il servizio rifiuti». Matteo Musaci, a nome dei pubblici esercizi, ha aggiunto l’esigenza di «un sistema che premi davvero chi tratta il rifiuto in modo adeguato puntando sul suo corretto smaltimento». Su entrambe le richieste il Comune si è dichiarato disponibile ad approfondire, pur ribadendo che la percentuale scelta nel 2013 (56% per utenze domestiche e 44% per utenze non domestiche) rientra nei parametri individuati dallo studio apposito svolto nel 2002. Lo studio non sarà rifatto, forse ci sarà un approfondimento limitato su queste percentuali.
Inoltre l’Assocommercialisti,per bocca del presidente Alberto Carion, ha chiesto di «esplicitare la prassi da seguire per regolarizzare le situazioni in cui i dati presi come base di calcolo della Tari non corrispondano alla situazione reale del contribuente». È il problema emerso nelle scorse settimane con una pioggia di segnalazioni di presunti errori da parte degli utenti.