La Nuova Ferrara

Ferrara

Castello, la parola agli ultimi inquilini

I consiglieri provinciali immaginano il futuro del monumento-simbolo di Ferrara: non solo museo di se stesso

25 giugno 2014
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Gli ultimi consiglieri provinciali eletti direttamente dai cittadini hanno già lasciato il Castello Estense, tuttavia ci tengono a dire la loro sul futuro dell’edificio. La soluzione museale va per la maggiore, anche se è tutta da riempire di contenuti. «Mi sembra la prospettiva più realistica, lo spazio sarà ricavato negli uffici che si sposteranno» indica Leonardo Trombini, presidente uscente dell’assemblea.

Cristiano Di Martino (Forza Italia) ricorda che “noi ci eravamo già esposti in questo senso in campagna elettorale (anche se per la verità si voleva il Museo del Palio; ndr) e può esserci un buon collegamento con Palazzo Diamanti. Ora però tocca al ministro Franceschini, ferrarese doc, aiutare questo progetto: mettiamolo alla prova».

«Il Castello – interviene Anna Quarzi (Pd) – è un simbolo e deve diventare centrale in campo artistico e culturale. Non con un museo della città, non vorrei essere fraintesa; servirebbe studiare qualcosa di veramente significativo in termini di contenuti. Intanto l’inizio con Boldini e De Pisis è validissimo».

Per Paolo Matlì (Fratelli d’Italia) «è fondamentale che il Castello sia davvero un bene dei cittadini, aperto a tutti: perciò dovrà essere destinato alla gestione di grandi eventi, senza dimenticare la manutenzione, che mi pare essere un problema oggi».

Sentiamo la grande esperienza amministrativa di Antonio Fortini (Liberi e Forti): «Parliamo di un contenitore da sfruttare in termini turistico-culturali, magari come “valvola di sfogo» rispetto a Palazzo Diamanti. Poi nel dettaglio bisognerà capire come valorizzarlo nel modo più appropriato. Problemi per capire a chi toccherà la gestione? Non credo, la proprietà dovrebbe rimanere alla Provincia, mentre un ruolo forte lo giocherà il Comune di Ferrara».

«Non mi pare – sostiene Stefano Guglielmini (Pd) – ci sia mai stata conflittualità tra dimensione museale e storica, che come Provincia abbiamo già pensato a valorizzare, e dimensione istuzionale. Poi è chiaro che d’ora in poi le cose cambiano, anche se a ben vedere l’ente non scompare di certo: ci sarà ancora qualcuno, tramite i Comuni, che avrà l’onore e l’onere di pensare al futuro di questa sede. La messa in rete delle diverse forze è fondamentale».

Chi dice di guardare al Castello con occhi diversi dagli abitanti della città è la centese Ornella Iotti (Lega Nord): «Io lo apprezzo anche di più – spiega – è bellissimo e parlo quasi da turista. È chiaro dovrà assumere la veste di museo, nella massima disponibilità dei cittadini e dei visitatori».

Fabio Terminali