La Nuova Ferrara

Ferrara

«La promuova o brucio la scuola»

«La promuova o brucio la scuola»

La madre di un’alunna di un istituto della provincia avrebbe minacciato l’insegnante. Processo in corso

25 giugno 2014
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«Se bocciate mia figlia ve la farò pagare, sono capace di venire a bruciare tutta la scuola. La dovete promuovere». La madre della ragazzina, che frequentava la terza media in un istituto della provincia, non aveva usato il gergo diplomatico per rivolgersi all’insegnante che aveva prospettato alla figlia, un’alunna di quello stesso istituto, la possibilità di una bocciatura. La notizia aveva messo in ambasce la giovane studentessa e suscitato un'insostenibile preoccupazione nella mamma, che incontrando l’insegnante l'avrebbe apostrofata con alcune frasi di fuoco, elencate una dopo l’altra nel capo di imputazione attorno al quale ruota il processo in corso a Ferrara. Al genitore della ragazzina (che poi è stata promossa) viene contestato un reato piuttosto raro: violenza o minaccia ad un corpo politico, amministrativo o giudiziario, in questo caso il corpo docente. «Se mia figlia si suicida, come fanno tanti ragazzi bocciati, io me la prenderò con voi», avrebbe aggiunto la mamma della studentessa, che avrebbe poi insistito: «Lei non è una mamma? Non le capisce queste cose». Infine avrebbe ribadito l’ ordine, sempre all’indirizzo dell’insegnante: «Ah, lei se ne frega, me la dovete promuovere, promuovetela e basta». La sfuriata era avvenuta davanti all'abitazione della professoressa, che si trovava in compagnia di una persona il 25 maggio 2011, quando accadde il fatto. Ieri il processo si è aperto con l'escussione dei primi testi, tra cui l'insegnante e l'imputata, una quarantenne ferrarese residente in provincia, difesa dagli avvocati Aldo e Francesco Andriulli. Quel “ve la farò pagare” sarebbe stato udito anche dalla persona che si trovava vicino alla professoressa, mentre l’imputata ha dichiarato di non aver pronunciato le parole sulla scuola da dare alle fiamme. Era stato il preside dell’istituto a segnalare il caso ai carabinieri, allarmato proprio da quelle parole. E anche senza denuncia il tipo di reato contestato aveva innescato d’ufficio l’indagine. Prossima udienza a settembre.