«Anche la Fondazione vuole vedere i conti»
Carife, Maiarelli apprezza toni e atteggiamenti di Zonin (PopVicenza) «Ma potremo valutare l’offerta solo se avremo accesso ai dati della banca»
Ha delle ferie programmate per luglio?
«No, per fortuna ho fatto una vacanza con mia figlia dal 13 al 20 giugno, periodo in cui non è successo nulla. A luglio sono libero».
L’ingegnere Riccardo Maiarelli, presidente della Fondazione Carife (nonchè esponente di spicco di Unindustria Ferrara) ha appena letto sui giornali locali le affermazioni di Gianni Zonin, il quale ha annunciato che a luglio la Popolare di Vicenza presenterà la sua offerta per acquisire Carife ai commissari di Bankitalia e alla Fondazione che detiene la maggioranza delle azioni della Cassa di Risparmio di Ferrara. La conversazione avviene tra gli edifici del Polo Scientifico Tecnologico di via Saragat, dove alle 9.15 si apriranno i lavori della giornata “L’impresa incontra la ricerca” organizzata da Unindustria Ferrara e dall’Università. Maiarelli prima di infilarsi nel Blocco A di Ingegneria - toccherà a lui introdurre la giornata - risponde a qualche domanda. La prima la fa lui. Va bene se ci appoggiamo su questo davanzale? Va benissimo. Un davanzale può avere perfino un suo recondito significato simbolico: combina la precarietà della situazione (margini ristretti di azione) con l’affaccio sul mondo (apertura, visione del futuro).
Zonin ha messo sul piatto due pietanze molto allettanti: la liquidità necessaria per finanziare imprese e famiglie ferraresi, la promessa che non farà licenziamenti. Non è poco.
Non posso che esprimere apprezzamento per l’approccio della Banca Popolare di Vicenza e per i toni amichevoli del presidente Zonin. E non mi riferisco solo al tema dell’occupazione e al ruolo di banca del territorio che rivendica, che sono aspetti molto importanti. Zonin mostra rispetto anche per i 28 mila soci di Carife e riconosce il ruolo della Fondazione.
Si riferisce all’affermazione di Zonin che parla di «offerta amichevole» e della necessità quindi di trovare un intesa con «l’interlocutore unico» di Carife?
Tenere conto del ruolo di responsabilità della Fondazione lo considero rilevante in questa fase. Sotto questo profilo - dice Maiarelli includendo di nuovo le rassicurazioni di Vicenza sul personale e sulla capacità di erogare mutui e prestiti - le considerazioni fatte da Zonin non possono che avere un riscontro favorevole da parte della Fondazione.
Ma Zonin usa anche un paio di metafore, “non chiedeteci la luna nel pozzo, e il proverbio “chi non si accontenta dell’onesto, perde il manico e anche il cesto”, che sembrano limitare i margini di una trattativa. Arriva a dirlo anche in modo esplicito quando afferma che “non conta tanto l’euro in più o in meno nell’offerta” ma conta “la salvaguardia di imprese e famiglie del territorio”.
Da ferrarese e da imprenditore apprezzo la Popolare di Vicenza che si propone come banca del territorio, ma come presidente della Fondazione devo anche tutelare il patrimonio dei soci. E questo non può essere considerato un elemento di secondo piano. Non è un fattore secondario.
Come la mettiamo con l’autonomia? Vicenza dice che non dipende da lei, ma dagli input di Bankitalia se Carife finirà incorporata come è successo alla Cassa di Risprmaio di Prato e se godrà del regime di Banca Nova.
È un aspetto delicato, saremo responsabili ma anche fermi per mantenere la migliore condizione possibile.
La Popolare di Vicenza sembra avere una certa fretta di chiudere la partita di Ferrara dopo che si è conclusa malamente quella di Arezzo per Banca Etruria. La due diligence (l’analisi dei conti in base alle quale si stima il valore di Carife per poi avanzare l’offerta) è agli sgoccioli e subito dopo Vicenza si farà viva con i commissari e con la Fondazione. Condivide questa accelerazione?
Zonin si muove da bravo imprenditore qual è, ma il problema dei tempi esiste. Noi non abbiamo accesso all’informazione e quindi non siamo in grado di valutare la congruità dell’offerta che avanzerà la Popolare di Vicenza.
Ma questo non dipende da Vicenza, sono i commissari di Bankitalia che debbono consentirvi l’accesso ai dati.
È ai commissari infatti che ci rivolgiamo. Non chiediamo di avere a disposizione tutti i mesi che ha avuto la Popolare di Vicenza, ma credo che sia giusto e corretto che anche i nostri advisor possano analizzare la situazione di Carife.
Rimbalzano e si rincorrono voci su altri istituti potenzialmente interessati a Carife, come Caricento e la Banca Popolare dell’Emilia Romagna. Ora che Vicenza si appresta a stringere che dovrebbero fare eventuali concorrenti?
Fare un passo avanti adesso.
Torniamo ai tempi. In ballo ci sono anche gli stress test della Bce.
Sarebbe ragionevole per tutti attendere l’esito degli stress test prima di procedere. È una questione di pochi mesi.