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Truffa, Cso nel mirino della Finanza

Daniele Predieri
Truffa, Cso nel mirino della Finanza

Perquisizione delle Fiamme gialle negli uffici del Centro Servizi Ortofrutticoli di via Bologna e in Regione L’inchiesta su finanziamenti pubblici da 3 milioni ottenuti in 8 anni

27 giugno 2014
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Perquisizioni negli uffici della Regione, alla Direzione generale dell’agricoltura e nella sede di via Bologna: atti e documenti sequestrati riguardano il Cso (Centro Servizi Ortofrutticoli) di Ferrara per finanziamenti pubblici ottenuti almeno tra il 2005 e il 2012, quattrocentomila euro all’anno per otto anni, per un totale di oltre tre milioni. Sono questi i contributi pubblici che ha ricevuto il Centro Servizi Ortofrutticoli sui quali ora procura di Bologna e Guardia di finanza stanno cercando di far luce: l’inchiesta è aperta contro l’ipotesi di truffa aggravata (contro ignoti e dunque siamo alla fase preliminare). Il suo legale rappresentante Paolo Bruni, interpellato ieri sera da la Nuova Ferrara, conferma l’attività nella sede di via Bologna: «I finanzieri sono arrivati stamane (ieri, ndr) e i miei collaboratori hanno offerto la massima collaborazione. C’è un indagine in corso, è giusto si svolgano tutte le attività investigative necessarie. Ci hanno esibito il mandato della procura di Bologna e ai militari della finanza abbiamo dato totale disponibilità. L’indagine è su finanziamenti pubblici ottenuti? Noi abbiamo sempre applicato le leggi per dare sostegno alle strutture che lavorano nel settore agricolo».

Cso ricordiamo è una cooperativa di servizi di secondo livello, nata nel 1998 e diventata in sedici anni tra le aziende leader dell’ortofrutticolo italiano. I finanziamenti contestati sono risorse economiche concessi per promuovere il miglioramento della competitività dei sistemi agroalimentari. Secondo il consigliere regionale di Forza Italia, Galeazzo Bignami, che ha presentato due esposti-denuncia in procura, sulla base dei quali è stata attivata l’inchiesta, i finanziamenti sarebbero stati concessi nonostante diverse irregolarità, nonostante diverse anomalie.

«Gli esposti presentati dal consigliere regionale Bignami? Non so chi sia», spiegava Bruni ieri sera al cronista che lo informava delle notizie delle agenzie Ansa e Stefani. Secondo Bignami - riferiscono le agenzie - le anomalie riguarderebbero documentazione carente e una non iscrizione al registro delle aziende agricole, requisito indispensabile per accedere ai finanziamenti. Poi, le attività del primo anno non sarebbero state realizzate, nonostante siano un requisito indispensabile per riottenere i finanziamenti in seguito. Alcune voci di spesa (per il personale, di realizzazione e generali) sarebbero state aumentate artificiosamente. Infine per accedere ai finanziamenti bisogna presentare ogni anno un progetto diverso. non sarebbe questo, secondo il consigliere forzista, il caso del Cso, che avrebbe presentato un unico progetto adattato di anno in anno al bando che veniva pubblicato. Il sequestro in Regione ha riguardato materiale cartaceo e informatico in possesso di funzionari regionali.