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La Cassazione salva Merchiori dal carcere

Daniele Predieri
Merchiori
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Pena dimezzata: 2 anni e 8 mesi. Era accusato di un buco di quasi 3 milioni. Beffate le 30 vittime, tra cui amici e fidanzate

28 giugno 2014
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Non poteva finire meglio per Gianluca Merchiori, alla vigilia già pronto ad andare in carcere, graziato invece dalla sentenza di Cassazione con una pena dimezzata che mette la parola fine al buco di 2 milioni e mezzo di euro truffati ad amici, conoscenti, fidanzate e compagni di partito.

Invece, per loro, non poteva finire peggio, perché oltre a perdere tantissimi soldi investiti, furono traditi dall’amico, dal compagno comunista, ex dirigente politico di Rifondazione, che improvvisatosi broker nelle ardite evoluzioni in borsa riuscì a bruciare quei 2 milioni e mezzo di euro al centro del processo concluso giovedì a Roma.

La Corte di Cassazione ha deciso che tutte le appropriazioni indebite sono da cancellare, per prescrizione. E che l’unico reato rimasto, per essersi improvvisato agente finanziario (esercizio abusivo della raccolta di denaro) vale una pena di appena 2 anni e 9 mesi, contro i 5 anni e 8 mesi inflitti in primo grado a Ferrara e i 4 anni dell’Appello di Bologna.

Non poteva finire meglio, perché ora Merchiori non rischia nemmeno il carcere: sotto i 3 anni di pena le norme prevedono l’affidamento in prova. Non poteva finire meglio anche per Gerardo Carpentiero, dirigente Carife di Pontegradella, dove Merchiori aveva il conto corrente, su cui transitarono in oltre 4 anni la bellezza di 1 milione e mezzo di euro, a favore di un correntista - Merchiori - che poteva contare sullo stipendio di dipendente pubblico (addetto scolastico). Carpentiero secondo le accuse avrebbe dovuto controllare questa anomalia, accendere l’allarme delle norme antiriciclaggio e così (non) facendo per l’accusa avrebbe favorito le attività irregolari di Merchiori: nei processi precedenti era stato condannato a 6 e poi 4 mesi di pena, ma per la Cassazione, è tutto da cancellare: il fatto non sussiste, assoluzione piena che più piena non si può per Carpentiero che dice «giustizia finalmente è fatta».

«Ma quale giustizia!» sbotta al telefono Alberto Campili, legale delle tante vittime della truffa che denunciarono buco e fuga di Merchiori. E ironizza: «Ora tutti possiamo essere contenti della giustizia italiana, anche noi come parte civile. Ci dovranno spiegare perchè un dirigente di banca non può aver responsabilità, se non per dolo almeno per colpa: leggeremo la motivazione e solo dopo potremmo valutare se continuare la causa civile contro l’istituto bancario. Ora si riparte da zero, non demordiamo e facciamo i complimenti a leggi e giustizia italiana».

«No comment» da parte di Riccardo Caniato, difensore di Merchiori, soddisfatto per la sentenza che cancella l’ombra del carcere per Merchiori. Soddisfatto anche Marco Linguerri che assisteva il dirigente Carife e sibillino chiude : «Lascio a Carpentiero il commento della sentenza».