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Ferrara

Le Sentinelle mute fanno parlare la città

Le Sentinelle mute fanno parlare la città

Oggi la manifestazione contro la legge antiomofobia. L’Arcigay: «Noi saremo ai pride, lasciamo il Listone al vostro odio»

28 giugno 2014
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Per essere “silenziose” di rumore ne stanno facendo parecchio. Le Sentinelle in piazza, che oggi alle 18 esprimeranno la loro muta protesta contro la legge anti-omofobia leggendo un libro sul Listone, hanno acceso una reazione a catena suscitando, nell’ordine: la presa di posizione del presidente nazionale Arcigay, il ferrarese Flavio Romani; il comunicato del Pico (il Protocollo interistituzionale per il contrasto all’omofobia che comprende tra l’altro Provincia, Comune e Università); la lettera aperta di Nuovo Centro Destra e Udc. Le prime due stigmatizzando una manifestazione come lesiva dei diritti della comunità Lgbt, la terza rivendicando invece la libertà di espressione messa a rischio, a loro dire, dalla legge antiomofobia (ddl Scalfarotto) che punendo le discriminazioni e vietando discorsi di odio nei confronti degli omosessuali resusciterebbe il reato di opinione.

«Mai avremmo immaginato di trovarci di fronte a persone che manifestano per preservare la libertà di discriminare altre persone, per conservare la possibilità di ritenersi “più normali” e “più giusti” di altri - protesta Giulia Bertelli per i Giovani Democratici - riteniamo sacrosanta la libertà di manifestare, ma siamo convinti che rifiutare una legge contro l’omofobia sia come legittimare la discriminazione pubblica di alcune persone per un aspetto privato della loro vita. Non ci permettiamo di giudicare chi non la pensa come noi sul tema, ma certamente non possiamo che prendere una posizione netta alla luce dell’inquietante manifestazione delle sentinelle in piedi. Di fronte alla loro scelta di stare in piedi in silenzio, noi rispondiamo invitandoli a un confronto a viso aperto. Una legge contro l’omofobia non consentirà, purtroppo, il matrimonio omosessuale, ma renderà finalmente reato discriminare una persona in merito al suo orientamento sessuale. Una legge di questo tipo dovrebbe essere richiesta a gran voce da ogni forza politica democratica, perché sulle discriminazioni non si scherza. Perché per noi, da sempre, la Famiglia è dove sta bene il cuore».

Si unisce Leonardo Fiorentini (Sel): «"Dobbiamo ringraziare il Sindaco e la Giunta di Ferrara per aver voluto ribadire la scelta di questa città di contrastare con forza l'omofobia. La decisione di esporre lo striscione contro l'omofobia e la transfobia in occasione della "manifestazione" delle Sentinelle in Piedi è una scelta non scontata e che per questo va ancor più apprezzata».

A Francesco Fersini (Ncd-Udc) al contrario è risultato proprio indigesto lo striscione rosa fatto sventolare dal municipio per ricordare che la città di Ferrara condanna l’omofobia e la transfobia: «Le posizioni e le valutazioni che erano state espresse fin ad ora dai movimenti Lgbt ora sono sottoscritte dalle Istituzioni della nostra città senza nessuna temperanza nei toni e nei contenuti - sbotta - Ricordino il Sindaco e i suoi assessori che imporre il "pensiero unico" in ordine a morale ed etica è tipico dell'impostazione totalitaria che l'Italia e l'Europa hanno ben conosciuto sotto fascismo, nazismo e comunismo. Per la nuova giunta, non è un bell'inizio».

«L’applicazione del Ddl Scalfarotto prevede per coloro che manifestano “idee fondate sulla superiorità” e ritenute lesive “dell’identità sessuale”, la reclusione da quattro a sei anni: non è forse alto il rischio che si incorra in procedimenti penali a fronte di qualsivoglia giudizio critico verso determinati orientamenti sessuali?» si chiede Vittorio Anselmi (Fi).

Alle Sentinelle in piazza il movimento ferrarese “L’altra Europa Con Tsipras” preferirà il pre-pride organizzato dal collettivo God Save the Queer e che partirà oggi alle 9.30 da piazzale Medaglie D’Oro: «Le sentinelle si troveranno a manifestare non per tutelare la famiglia eterosessuale (che nessuno sta attaccando), ma per chiedere che chi discrimina sulla base dell'orientamento sessuale non sia punibile - spiegano- Insomma, per queste sentinelle della (presunta) famiglia naturale è giusto non condannare chi discrimina o fomenta violenza verso lesbiche, gay e trans. Purtroppo dietro alla formale difesa della "libertà di espressione" si vogliono legittimare gli interventi discriminatori, omofobi, fonti e giustificativi di violenza».

Il presidente nazionale Arcigay Flavio Romani ha deciso di ribattere allo «sconcerto di Fersini e Rossi» andando al Pride di Napoli, mentre «i ragazzi e ragazze di Arcigay e Arcilesbica Ferrara saranno ai Pride di Venezia. Altri andranno al Pride di Bologna. Saranno manifestazioni di gioia e di libertà, e di alto valore politico, perché anche se non vi piace siamo liberi di rivendicare l'uguaglianza nei diritti che voi continuate a volerci negare. Dieci Pride in tutta la nazione con decine di migliaia di persone vive e sorridenti, contro la fissità militaresca delle sentinelle. A Ferrara oggi il listone sarà tutto vostro, per la vostra manifestazione di odio, divertitevi pure. Com'è noto, Arcigay, anche quando manifesta o contromanifesta, lo fa in modo assolutamente pacifico, cosa che non mi sentirei di dire dei gruppi di estrema destra che vi appoggiano e che da anni contestano ogni nostra manifestazione. Sono infine molto orgoglioso della città di Ferrara che ha voluto esporre lo striscione dalle finestre della Sala dell'Arengo, e che ha emanato nei vostri confronti un comunicato duro e inequivocabile».