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Ferrara

Sentinelle, sit-in e contromanifestazione

Sentinelle, sit-in e contromanifestazione

Scontro sull’omofobia con la protesta sul Listone e l’adesione esterna del vescovo e la polemica di un gruppo di giovani

29 giugno 2014
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Un libro in mano, scritto da Guareschi o Ratzinger, ma anche Pasolini o Hesse. Un'ora di lettura, di protesta silenziosa contro il disegno di legge Scalfarotto sull'omofobia accusato di mettere a repentaglio il diritto di opinione. Erano quasi 150 le "Sentinelle in piedi" ieri pomeriggio sul Listone. Non sono state lasciate sole: qualche decina di ragazzi ha contestato la manifestazione, una contrapposizione pacifica sorvegliata dalla Digos. «Non accettate le provocazioni, continuate a leggere», avevano avvisato all'inizio i portavoce delle Sentinelle. Tra loro persone di tutte le età, in larghissima parte di orientamento cattolico: c'è anche il francescano padre Massimiliano, in tonaca. Un uomo ha portato portato con sé “Vivere senza menzogna” di Solzenicyn: «La menzogna e il pensiero unico che ci vorrebbero imporre - spiega - ma non ci chiuderanno la bocca. Gli omosessuali senza diritti? Macché, l'Italia è già tra gli otto paesi più “gay friendly” al mondo». Respingono l'accusa di essere intolleranti e vedono di cattivo occhio lo striscione viola appeso sulla facciata del Comune. «Noi vogliamo accogliere tutte le persone - sostiene Maria Cristina Degli Esposti, di Bologna - ma c'è un progetto divino che siamo chiamati a realizzare». Don delegato dalla Diocesi spiega che il vescovo Negri, fuori Ferrara per altri impegni, «aderisce e condivide l'iniziativa».

La prima a contestare è una donna in bicicletta: «Le famiglie non sono tutte come dite voi - dice -, voi siete già liberi di dire tutto quel che vi pare e io non ho bisogno di sentinelle». Tempo qualche minuto ed ecco i contromanifestanti, giovani ferraresi che dicono di non appartenere a nessun gruppo, assieme a qualche simpatizzante delle organizzazioni omosessuali. Cartelli alla mano: “Discriminare non è la mia espressione”, “L'omofobia non è un diritto”, più uno che riporta l'articolo 2 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea. Passano tra le fila dei lettori, silenti e impassibili, anche quando un paio di ragazze si mettono a ballare. Poi si siedono per iniziare una lunga discussione con Carlo Martinucci, il portavoce delle Sentinelle: ci si divide sui concetti di "diritto" e "natura". Molti gli incuriositi tra i ferraresi del passeggio in centro del sabato pomeriggio: anche lì, posizioni diverse. L'ora scade, le Sentinelle sciolgono le fila. «Noi non siamo violenti - dicono - e non ce l'abbiamo con nessuno, però il dritto fondamentale è quello del bambino ad avere un padre e una madre». Replica immediata e ritmata a voce alta: "Ferrara libera dall'omofobia!".

Fabio Terminali