«Nella legge Scalfarotto nessun reato d’opinione»
Il decreto spiegato dall’esperto, avvocato Luca Morassutto: «Non è norma speciale, chi critica non l’ha letto, è solo l’estensione della Reale-Mancino»
Chi ha paura della legge contro l'omofobia? Chi non la conosce o finge di non conoscerla. A cominciare dal nome. Perché, in realtà, non esiste nessuna “norma speciale” contro l'omofobia, ma “solo” l'estensione di una legge che esiste da 40 anni, la Reale-Mancino. A puntualizzarlo è Luca Morassutto, avvocato ferrarese, che in qualità di Delegato nazionale per le questioni legate all'omofobia (ruolo che ricopre da dicembre) e di esperto in materia (con numerose pubblicazioni su riviste importanti) interviene dopo la manifestazione delle Sentinelle in Piedi sul Listone. Cosa risponde alle ragioni esposte dalle Sentinelle e in particolare al paventato rischio dell'introduzione in Italia del reato di opinione?
«L'impressione è che non abbiano mai letto la legge Reale-Mancino, che è in vigore dal 1975 e non ha mai punito nessuno per le proprie opinioni. Quella che ora viene erroneamente definita “legge contro l'omofobia” altro non è che l'estensione della legge Reale-Mancino anche all'omofobia e alla transfobia. Dov'erano le Sentinelle nel 1975 quando l'Italia firmò la convenzione di New York per emanare la legge Reale e punire crimini motivati da odio razziale, nazionale ed etnico? O nel 1981 quando le legge Reale venne estesa alla comunità ebraica? O nel 1992 quando vennero incluse le espressioni religiose? O nel 1999 le minoranze linguistiche? Perché in tutti questi casi nessuno è insorto contro una presunta limitazione della libertà di pensiero? Eppure il principio è lo stesso: punisce le identiche condotte, a essere diverso è solo il movente. Perché le Sentinelle non dicono che la legge a cui si oppongono è la stessa che tutela le confessioni religiose?».
Ma allora perché c'è chi sostiene che la legge punirà chi esprime pareri contrari, per esempio, ai matrimoni gay o alle adozioni da parte di coppie omosessuali? «Perché non hanno mai letto la legge oppure perché uno slogan che non corrisponde al vero fa molto più colpo che dire la verità. Chiariamo una volta per tutte. La legge punisce discorsi di odio che incitano alla violenza o azioni violente, non certo le opinioni su matrimoni gay o adozioni. A sostenerlo sono anche illustri professori di Diritto Costituzionale e penale: la legge non prevede nel modo più assoluto alcuna limitazione della libera manifestazione di idee. E mi stupisce che Vittorio Anselmi parli di condanne fino a sei anni, quando al contrario la legge prevede pene fino a un anno e mezzo per i discorsi di odio e incitazione alla violenza - ben diversi dalle opinioni - e da 6 mesi a 4 anni per atti di violenza».
Perché l'Italia ha bisogno di questa legge? «Perché l'Italia è l'unico tra i Paesi fondatori dell'Unione Europea a non avere una legge antiomofobia; perché mentre in Europa il riconoscimento dei diritti civili è in media attorno al 65-70% con punte dell'80% nel Regno Unito e in Belgio, in Italia è fermo al 25% dopo Serbia, Kosovo e Georgia e prima dell'Azerbaigian».
C'è chi sostiene che in Italia non c'è un'emergenza omofobia «È una convinzione errata basata sui dati dell'Oscad, l'Osservatorio della Polizia di Stato contro le Discriminazioni, secondo cui si sono registrati 83 casi in 3 anni, come ha fatto sapere Giovanardi. Ma l'Oscad raccoglie le statistiche della Legge Reale-Mancino, non estese dunque all'omofobia e alla transfobia. E se pensiamo che solo a Roma, e solo nel 2013, sono state denunciate oltre 5000 aggressioni omofobe a ragazzi tra i 16 e i 21 anni, capiamo che divario ci sia tra i dati Oscad e la realtà. In ogni caso, trovo becero fare il conto dei morti. Ci dicano allora quanti litri di sangue, chili di ossa rotte e metri di corda al collo occorrono per ammettere che in Italia l'omofobia è un problema. Anche per questo voglio esprimere un plauso al Comune, alla Cgil e alla libreria Ibs.it che esibendo lo striscione hanno inviato un messaggio molto chiaro a chi ha occupato la piazza solo per odio».