Salvaguardare la produzione dopo il sisma
Un incontro promosso dall’Ordine degli ingegneri sulla sicurezza strutturale
Si è tenuto all’Ordine degli Ingegneri di Ferrara un seminario sulla “sicurezza e miglioramento sismico delle strutture prefabbricate: le più recenti tecnologie per la salvaguardia delle attività produttive in caso di terremoto”. Rivolto in particolare ai tecnici strutturisti ed ai progettisti, ha fornito spunti ed approfondimenti sulle tecniche più innovative per la progettazione di interventi antisismici su prefabbricati già esistenti. Dopo l’apertura dei lavori da parte dell’ingegner Luca Benini, sono state presentate le linee di indirizzo per interventi su edifici industriali danneggiati dal sisma.
«Ora e negli anni a venire - ha dichiarato Claudio Mazzotti dell’università da Bologna - sarà necessario prevedere opere di miglioramento globale del comportamento di questa tipologia strutturale nei confronti dell’azione sismica, che portino le strutture esistenti al 60% del livello di sicurezza imposto per le nuove costruzioni, come previsto nelle aree interessate da normative ed ordinanze seguite al sisma del 2012».
Dopo di lui, Andrea Vittorio Pollini sempre dell’università di Bologna, si è riferito al sistema dissipativo per le connessioni di strutture prefabbricate esistenti.
«L’idea di sviluppare un sistema per intervenire in corrispondenza delle connessioni di edifici prefabbricati, prende il via dopo il terremoto del maggio 2012. Lo scopo è quello di far fronte alla grave vulnerabilità sismica degli edifici industriali privi di vincoli di tipo meccanico tra gli elementi strutturali, tipologia costruttiva molto diffusa su tutto il territorio nazionale».
Da uno studio congiunto di Reglass H.T. e università di Bologna è nato, infatti, Sismocell, un dispositivo antisismico a forma di cella cilindrica a lasticità controllata che combina le proprietà della fibra di carbonio con quelle dell’acciaio.
«Questo ed altri dispositivi simili - ha poi concluso Devis Sonda - hanno il pregio e la proprietà di subire loro stessi il danneggiamento causato dal terremoto, salvaguardando così la struttura.
Margherita Goberti