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«Basta assistenzialismo»: la giunta taglia contributi

Fabio Terminali
Fabbri e Coletti
Fabbri e Coletti

La vice sindaco Coletti: «Il regolamento del 2005 non era più adeguato». Il primo cittadino Fabbri: «L’obiettivo è quello di favorire i residenti storici»

22 agosto 2014
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BONDENO. Decine e decine di persone, italiane e straniere, che con le loro famiglie faticano a mettere assieme il pranzo con la cena. Da qualche settimana le loro difficoltà sono aumentate, dopo la decisione del Comune di interrompere l'erogazione dei contributi economici a favore dei soggetti seguiti dai servizi sociali.

«Abbiamo valutato che il regolamento del 2005 - spiega Cristina Coletti, vicesindaco con delega alla materia - non fosse più uno strumento adeguato alla realtà. Quello nuovo è allo studio, mi sono portata le bozze perfino in vacanza. Garantirà una più attenta, equa e trasparente distribuzione delle risorse, attraverso regole più semplici. Lo presenterò in consiglio comunale il 30 settembre».

Si pensa ad abbassare il tetto massimo quantitativo, che già esiste, ai contributi straordinari che un singolo può ottenere, oltre che a introdurne uno di carattere temporale. Non è un mistero che una parte consistente, ma non certo totalitaria, dei benefici sia andata finora a stranieri.

«Tra i nostri obiettivi - dice il sindaco Alan Fabbri - c'è quello di favorire anzitutto i residenti "storici". Chi non è di nazionalità italiana ed è indigente non deve rimanere nel nostro Paese, perché non ha i mezzi per sostenere se stesso e la famiglia. Va evitato l'assistenzialismo e i soldi dei cittadini vanno spesi meglio, certo nel rispetto di tutti».

Ecco quindi il blitz estivo, via delibera di giunta del 27 giugno scorso. Stop a sussidi di 50, 100, anche 150 euro; stop a contributi per le rette scolastiche e alle integrazioni per il pagamento delle bollette. Un bel grattacapo per chi si trova già in situazione di profondo disagio economico.

Una parziale retromarcia è stata compiuta il 18 luglio con la decisione della giunta di liberare 460 euro per provvedere a liquidare "le richieste indifferibili pervenute dagli operatori del servizio sociale professionale, correlate a precise disposizioni dell'autorità giudiziaria minorile, la cui sospensione potrebbe tradursi in un danno agli interessati», si legge nel documento.

Il problema, per le casse pubbliche, è che l'esborso negli ultimi anni è cresciuto vertiginosamente, con la crisi economica e dopo il sisma del 2012. «Vogliamo legare in modo più realistico i contributi alle risorse a disposizione, che non sono infinite» osserva la Coletti. Chiara la scelta di dare una svolta anche politica tramite l'adozione del nuovo regolamento, fra i primi atti della nuova amministrazione. «Da fine giugno a oggi il provvedimento non ha fatto molto scalpore», segnala l'assessore Coletti.

In effetti il blocco dei sussidi è stato attuato nel più assoluto silenzio di opposizioni, sindacati e associazioni. In attesa che le nuove norme entrino in vigore in autunno.