La Nuova Ferrara

Ferrara

L’intervento

Caro Bratti, ma hai letto cosa dice il governo?

di RAFFAELE ATTI*
Caro Bratti, ma hai letto cosa dice il governo?

Articolo 18, il segretario della Cgil attacca il deputato Pd: «Toni sprezzanti e luoghi comuni»

25 settembre 2014
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Spiace constatare che anche i parlamentari ferraresi del PD, e in particolare l'on Bratti, non hanno resistito alla tentazione di appiattirsi sulla posizione governativa in materia di politiche del lavoro usando gli stessi luoghi comuni sull'argomento, gli stessi toni sprezzanti sul sindacato, le stesse rappresentazioni dei provvedimenti in gestazione non corrispondenti ai testi all'esame del Parlamento.

Dispiace insomma che abbiano deciso di partecipare a questo grande imbroglio secondo il quale la linea di demarcazione sarebbe tra chi vuol conservare le iniquità e chi le vuole superare!

C'è da chiedersi se abbiano letto il ddl delega in materia di lavoro come approda in aula dopo l'emendamento governativo : l'unica estensione di diritti che vi si può trovare è la estensione della maternità ai parasubordinati e una generica (e non finanziata) “universalizzazione del campo di applicazione dell’Aspi. Per il resto non solo c'è la conferma di tutte le tipologie di lavoro precario, che saranno sottoposte a una verifica e la cui semplificazione ( non riduzione!) è una pura “eventualità”, per cui il contratto a tutele crescenti si aggiunge alle tipologie “precarizzanti” il lavoro attualmente esistenti e di fatto serve solo a precarizzare il contratto a tempo indeterminato, ma in aggiunta si prevede la estensione della possibilità di utilizzare i voucher ( cioè la forma di regolarizzazione delle prestazioni che nega sia la copertura contrattuale che quella previdenziale) per “ le attività lavorative discontinue e occasionali, in tutti i settori produttivi” con un salto di qualità volto a decontrattualizzare e a privare di ammortizzatori, tutto il lavoro stagionale come già aveva provato a fare, senza riuscirci, la Fornero.

In materia di ammortizzatori mentre è chiaro che non c'è alcuna copertura per estenderli, di sicuro c'è una riduzione degli oneri a carico delle imprese per finanziare la cassa integrazione, che non viene estesa a tutti i settori. Per le politiche attive l'unica cosa certa è la centralizzazione in una Agenzia nazionale delle funzioni oggi svolte da Province e Regioni.

Per capirci non è affatto chiaro né certo che in futuro operazioni come quelle che hanno permesso di accompagnare processi virtuosi di insediamento industriale combinando politiche attive , percorsi formativi e incentivi alle imprese abbiano ancora la possibilità di realizzarsi ! E ancora si può sottolineare la volontà di permettere il demansionamento dei lavoratori, il controllo a distanza, una semplificazione dei controlli in materia anche di sicurezza sul lavoro che suona sinistramente davanti anche alle ultime tragedie. Infine giudicare “assurdo tabù” la difesa di un art. 18 che oggi, dopo le modifiche operate dal Governo Monti, è meno rigido della disciplina sui licenziamenti che vige in Germania, dà il segno di dove stia la vera ideologia. Abbiamo sempre apprezzato dell'On. Bratti la voglia di misurarsi sul merito con competenza. Se decide di occuparsi di lavoro, cioè di capire le conseguenze di ciò che dovrà votare in aula, lo invitiamo a lasciare da parte i toni gladiatori e gli approcci ideologici e ad approfondire il merito. Nel qual caso siamo sempre disponibili al confronto, dato che, pur con tutti nostri limiti, la norma la abbiamo letta e ben capita.

E amareggia ancora di più che, rappresentando un territorio, non si colga la contraddizione di un Governo che usa la disoccupazione come alibi per ridimensionare diritti fondamentali dei lavoratori nelle stesse ore nelle quali la principale azienda pubblica del Paese, l'Eni, annuncia scelte devastanti per il futuro del tessuto produttivo della città. Perché, conviene ribadirlo, la strada maestra per riunificare il lavoro, è innanzitutto sostenere l'occupazione con investimenti produttivi.

* Segretario Generale

Camera del Lavoro CGIL