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Coltivava marijuana nel campo di casa

Coltivava marijuana nel campo di casa

Lunga e mirata operazione dei carabinieri: 61enne colto in flagrante ed arrestato. Sequestrate decine di piante

25 settembre 2014
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Non solo melanzane, pomodori, zucchine coltivate con passione in un orto ben curato. Poco lontano, altrettanto ordinata e rigogliosa, c’era una piantagione di marijuana di un' estensione tale che non si ricorda sia mai stata trovata nel territorio argentano.

Piantine da 20 centimetri fimo a 2 metri e 44 d’altezza coltivate da chi sa il fatto suo in materia. Ma quando martedì pomeriggio, verso le ore 17, il “coltivatore” è andato a controllare come procedeva il lavoro, da un nascondiglio mimetizzato nella vegetazione, sono sbucati due carabinieri con un maresciallo: «La piantagione finisce qui». L’uomo, vistosi scoperto, si è limitato a rispondere: «Bravi: siete stati bravi a scoprirmi e io non me ne sono accorto» e si è fatto arrestare.

Dopo l’arresto è stata organizzata anche una perquisizione sia nel vicino casolare di campagna che nell’abitazione di Argenta e guarda caso, è stata trovata altra quantità di marijuana già pronta per l’uso. L’uomo, D.L. 61 anni, già ben noto ai carabinieri di Argenta, è stato portato in caserma e poco più tardi, il magistrato ne ha confermato l’arresto rimettendolo in libertà.

Tutta la brillante operazione nasce una decina di giorni fa. Un cacciatore impegnato ad addestrare il cane in un podere denominato “Bompambio”, tra Argenta e San Biagio, nota in cima ad un arginello che delimita il confine di due proprietà, delle piante di cannabis indica. “Alberi” che spuntavano al di sopra della fitta vegetazione. Segnala l’avvistamento alle forze dell’ordine e da quel momento, essendo la zona in aperta campagna e lontano da strade, i carabinieri del Norm e della stazione di Portomaggiore assieme ai colleghi di Argenta, iniziano una serie di controlli sul via e vai della zona. Inoltre, in coppia e fra questi un giovane maresciallo appena assegnato a Portomaggiore, percorrono a piedi un lungo tratto di capezzagna come normali cacciatori per poi mimetizzarsi in un nascondiglio ricavato in mezzo a dei prugnoli selvatici, a due passi dalle piantine di marijuana. La necessità, naturalmente, era quella sorprendere in flagranza di reato il coltivatore. Dall’alba al tramonto e per cinque giorni, i militari si sono dati il turno per sorprendere chi stava coltivando le piantine e lo stesso lo faceva con una tale cura che, per tenere fresca la terra, aveva persino fatto la pacciamatura con della paglia. Non solo, per “ingrassare” la terra, oltre a normali concimi chimici, sono stati trovati sbriciolati dei rami secchi di vecchie piantine di cannabis. Martedì l’epilogo: D.L. 61 anni, stava camminando verso la piantagione portando una sportina con dentro due zappette, del concime e anche l’antilumaca. Appena ha iniziato a lavorare è stato sorpreso e arrestato. Poco più tardi è giunto sul posto il capitano Roberto Rapino, il quale, oltre congratularsi per l’ottimo risultato, ha collaborato con i suoi uomini a caricare fasci di “erba” su un camioncino.