La Nuova Ferrara

Ferrara

il portavoce centese lascia il partito: solo promesse

FdI, lo strappo di Savignac

FdI, lo strappo di Savignac

«Deludente l’operato dei coordinatori e del consigliere regionale»

30 settembre 2014
2 MINUTI DI LETTURA





CENTO. «Le promesse vanno mantenute. Lascio FdI per lanciare un segnale tangibile ai vecchi professionisti della politica. Saranno loro a dover scendere in piazza per giustificarsi con i cittadini in campagna elettorale, non più i militanti che hanno sempre messo la faccia per scelte che non dipendevano da loro». Con una lettera inviata prima alla direzione del partito, poi diretta a militanti e cittadini, Georges Savignac annuncia la proprie dimissioni da Fratelli d’Italia e da portavoce del Circolo di Cento. Una decisione «difficile, ma meditata» quella di lasciare FdI «nato per intraprendere un nuovo modo di fare politica. Un'adesione, la mia, legata alla promessa che le decisioni non sarebbero state prese da dirigenti non eletti, ma dai cittadini attraverso primarie e congressi». Per Savignac, promesse deluse: «A un anno e mezzo dalla nascita di FdI, su tre elezioni svolte (politiche, europee e comunali di Ferrara), nessuno dei candidati è stato scelto tramite primarie, né si è potuto decidere le alleanze. I vertici locali, provinciali e regionali poi, sono stati scelti dall’alto e non dai tesserati. Anch'io avrei voluto essere eletto e non scelto, ma ad oggi non è stato possibile».

Il motivo dato dai vertici, “mancanza di tempo” che per Savignac significa «mancanza di reale volontà». E prosegue: «Non si sa ancora chi sarà il candidato alla presidenza della Regione, ma è certo che FdI non farà le primarie e le alleanze saranno decise a Roma tramite soliti accordi da vecchia Repubblica». E dopo il disappunto, «fatto notare più volte, ma rimasto inascoltato», Savignac critica «l'infruttuoso e deludente operato dei tre coordinatori e del consigliere regionali, le stesse persone che i vertici hanno deciso di ricandidare, invece di lanciare nuove figure e professionalità». Da qui, la dimissioni da FdI, lasciando «incompiuto il progetto di riunificazione del centro destra per dare una nuova guida alla città. La politica rimane una mia grande passione e quando si ripresenterà l’occasione di lavorare ad un progetto politico serio e coerente, riprenderò l’impegno attivo». (b.b.)