La Nuova Ferrara

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LA FAMIGLIA IN LUTTO

«Nello Zaire in guerra restò tra la sua gente»

Domenica la preoccupazione è cresciuta insieme all’accumularsi del ritardo, ed è culminata in tarda serata quando è arrivata la notizia della tragedia sull’Acciaioli. «Una disgrazia terribile...

30 settembre 2014
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Domenica la preoccupazione è cresciuta insieme all’accumularsi del ritardo, ed è culminata in tarda serata quando è arrivata la notizia della tragedia sull’Acciaioli. «Una disgrazia terribile - ripete incredulo il parroco di Villa Fulvia monsignor Danillo Bisarello - Don Francesco era atteso a cena, al Seminario, siamo tutti molto addolorati». Ieri pomeriggio, a Casa Cini, don Ivano Casaroli ha tenuto una messa in suffragio e a Mizzana si è svolta una veglia di preghiera.

Il lutto ha invaso la famiglia di don Forini: il fratello Giorgio, la sorella Bernardetta e i nipoti. A ricordarlo è il cognato, Secondo Ferioli. «Don Francesco era un prete che voleva molto bene alla sua gente ed era anche una persona dotata di grande praticità. Anni fa, quando io e mia moglie perdemmo nostro figlio, ha saputo trovare le parole giuste, ci ha insegnato a ricordare le cose belle e farne tesoro». Del cognato sacerdote il signor Secondo ama sottolineare la cultura e la vivace intelligenza, doti che lo avevano fatto diventare un punto di riferimento anche per i nipoti, «che attingevano alla ricchezza della sua saggezza e conoscenza». Ai giovani, del resto, dedicava grande attenzione e ogni martedì in parrocchia a Mizzana teneva una cena-incontro per ragazzi e adolescenti. Alla passione per la bicicletta univa quella per le passeggiate in montagna, ma era stata soprattutto l’esperienza a Kamituga a lasciare in don Francesco un segno indelebile.

«Aveva voluto restare anche dopo lo scoppio del conflitto - rimarca il cognato - Ricordo che avrebbe dovuto rientrare immediatamente in Italia, e gli era stato già assicurato un posto in un piccolo aereo che doveva riportarlo a casa. Ma al momento del volo non si è presentato, spiegando poi: “In tempo di guerra, in Italia, i preti sono rimasti con la loro gente. E io resto qui, con la mia gente”».(a.m.)