La Nuova Ferrara

ARGENTA. Era inevitabile che la recente sentenza emessa dal giudice di pace sul rimborso dell'Iva sulla Tia, sentenza che condanna Soelia al rimborso e al pagamento delle spese processuali, non entrasse a far parte del dibattito nell'ultimo consiglio comunale. A rinfrescare la memoria soprattutto per quell'appellativo di "stolti" dato nel dicembre scorso dall'allora presidente di Soelia, nonché attuale presidente di Soenergy, Roberto Fazioli, un aggettivo (o sostantivo) affibbiato ad un gruppo di cittadini ricorrenti, ci ha pensato il capogruppo Luca Bertaccini (M5S) richiamando l'attenzione dei vertici della multi-servizi presenti in consiglio per la presentazione del consuntivo 2013 del gruppo Soelia. Non essendo presente in sala consiliare lo stesso Fazioli, il direttore Renato Guerzoni non si è sottratto all'invito, tanto da darne una spiegazione e anche un'informazione più completa dei fatti. Innanzitutto, ha tenuto a precisare che «su 14 ricorrenti, uno ha avuto ragione dal giudice di pace».

Una sentenza, comunque, sufficiente come hanno spiegato in una nota i grillini, per una "sentenza epocale". Guerzoni, oltre a precisare che nel 2012, Soelia ha versato l'Iva allo Stato e che lo stesso Stato non ha messo a disposizione quell'oltre miliardo di euro da mettere nei rimborsi, di fatto, oggi, i ricorrenti si contano sul palmo della mano. Ciò è dovuto al fatto che ogni ricorrente instaura una battaglia legale-amministrativa che può arrivare fino al massimo livello di giudizio, per soli 50 euro. E cioè: aprire una causa con possibilità che si vada in Cassazione, il tutto per un possibile rimborso di 50 euro a fronte da ben più corpose spese di avvocato. «Tra l'altro - ha precisato ancora Guerzoni - sono rimborsi che vanno solamente ha chi ha fatto ricorso». A conclusione ha però tenuto a precisare che «non condivido ciò che ha fatto lo Stato». (g.c.)

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