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Nei campi ritorna l’incubo nutrie

Nei campi ritorna l’incubo nutrie

Eliminate le tutele per i roditori, ma anche i risarcimenti In tre anni danni per 200mila euro all’agricoltura ferrarese

20 ottobre 2014
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FERRARA. Eliminate le tutele alle nutri, ma nello stesso tempo stop ai risarcimenti danni. Non saranno più animali protetti e la loro presenza potrà essere contrastata in base ai piani di controllo comunali. Perplessità degli agricoltori. È entrata in vigore la legge che - tra le perplessità degli agricoltori - classifica le nutrie nella stessa categoria di topi, ratti, talpe, animali per i quali sono competenti i Comuni in ambito di tutele igienico sanitarie. Ogni cittadino può contrastare la presenza nel rispetto dei limiti di legge. Nelle situazioni in cui la diffusione dell’animale - particolarmente numeroso in tutto il Ferrarese - sia particolarmente significativa e costituisca una grave minaccia per le arginature di fiumi e canali (sono considerate tra le cause principali delle alluvioni che si sono verificate in regione, in particolare quella del Secchia dello scorso gennaio, nel Modenese), nonchè per le colture agricole, i Comuni possono predisporre un’azione di contrasto mirata, con specifiche ordinanze. In precedenza questi roditori rientravano nell’elenco delle specie della fauna selvatica come i cinghiali e gli altri ungulati.

Secondo lo schema di ordinanza messo a punto dalla Regione e che ha ottenuto il parere favorevole dell’Ispra, l’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale, i piani di controllo comunali potranno d’ora in poi coinvolgere i coadiutori, ovvero cacciatori autorizzati, il personale della Protezione civile, quello di vigilanza del reticolo idrografico; i cacciatori in genere nel rispetto del calendario venatorio e gli stessi agricoltori regolarmente muniti di porto d’armi, purchè limitatamente al proprio fondo agricolo.

«Le conseguenze pratiche dell’esclusione della nutria dalle specie tutelate della legge attuale sulla caccia - afferma la Cia - sono, in sintesi, che i danni all’agricoltura non verranno più risarciti dopo lo scorso 21 agosto, non verranno più forniti materiali per prevenire i danni e cesseranno i piani di controllo ed ovviamente sono bloccate le autorizzazioni ovvero i permessi allo sparo. Inoltre la competenza per il controllo sulle nutrie passerà ai sindaci con il rischio concreto che emergano difformità nelle ordinanze condizionate dalle diverse sensibilità dei primi cittadini dell’Emilia-Romagna». Dal 2003 fino al 2013 i danni provocati dalle nutrie in agricoltura sono stati stimati in 425mila euro e di questi 119.424 euro nel 2011; 43.907 nel 2012 e 55.548 lo scorso anno. Il primo effetto della nuova legge è stato di sospendere i piani di controllo, magari non esaustivi, ma che avevano dato risultati. Anche le gabbie per catturare gli animali non sono più autorizzate. La nuova classificazione comporta però dal 21 agosto l’interruzione dei risarcimenti che fino a oggi la Regione ha riconosciuto alle aziende agricole per i danni alle colture provocati da questa specie. Le associazioni agricole sono sul piede di guerra. Il Tavolo della Consulta agricola provinciale che ha visto la presenza e delle stesse associazioni e dei Consorzi di Bonifica si è già svolto ed altri ne seguiranno per vedere quali strategie adottare. (m.bar.)