La Nuova Ferrara

Ferrara

ricerca

Unife "entra" nella Stazione spaziale internazionale

Gioele Caccia
Il professor Zamboni con l'astronauta Samantha Cristoforetti
Il professor Zamboni con l'astronauta Samantha Cristoforetti

A novembre duplice esperimento in orbita con prototipi ideati a Ferrara. Zamboni responsabile scientifico del progetto

20 ottobre 2014
3 MINUTI DI LETTURA





Il prossimo 23 novembre, da Baikonur (Kazakistan), l’astronauta italiana Samantha Cristoforetti partirà a bordo della navetta russa Soyuz per raggiungere la Stazione spaziale internazionale (Ssi). Nei sei mesi di durata della missione “Futura” la cosmonauta milanese condurrà alcuni esperimenti proposti da un team di ricercatori ferraresi. In orbita testerà il funzionamento e raccoglierà i dati trasmessi da un collare pletismografico (strumento che misura le variazioni del flusso venoso); verificherà inoltre il procedimento di stesura di un tracciato della circolazione giugulare sincronizzato con l’elettrocardiogramma.

«DrainBrain è una serie di esperimenti di fisiologia umana che verranno condotti in assenza di gravità dal capitano Samantha Cristoforetti - spiega il prof. Paolo Zamboni (Unife), responsabile scientifico del progetto - Sfrutteremo una condizione eccezionale per migliorare le nostre conoscenze sulla circolazione del cervello».

Da Ferrara fino ai tavoli dove si decidono le missioni dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) e della Nasa. Come ci siete arrivati?

«Il nostro team di ricerca di Unife comprende anche i fisici coordinati da Mauro Gambaccini ed i cronobiologi di Roberto Manfredini. Insieme abbiamo risposto ad un bando pubblico di Asi presentando il progetto DrainBrain, che è stato selezionato per la missione spaziale “Futura”. Alla Nasa siamo giunti assieme ad Asi. Negli ultimi due anni siamo stati duramente vagliati da diverse commissioni scientifiche americane che alla fine hanno sposato il nostro progetto. Io sarò principal investigator sia per conto della nostra agenzia spaziale che per Nasa».

Che rapporto c’è fra l’obiettivo dell’esperimento e le ricerche condotte da lei e dal suo gruppo di collaboratori a Ferrara sulla Ccsvi?

«L’Insufficienza venosa cronica cerebro-spinale (Ccsvi) è una condizione in cui il sangue scende in modo rallentato dal cervello verso il cuore. In assenza di gravità abbiamo ipotizzato che negli astronauti il sangue circoli nelle loro vene cerebrali, se è possibile, in modo ancora più lento. Per misurarlo abbiamo sviluppato e fatto certificare da Nasa delle nuove strumentazioni diagnostiche. I prototipi, compresa l'elettronica, completamente realizzati a Ferrara nella officina di Fisica, saranno resi funzionanti da Samantha nel modulo Columbus della stazione spaziale».

Quali conseguenze pratiche potrebbe avere l’esperimento sulla ricerca in campo vascolare e sulla Ccsvi?

«Le conseguenze sono molteplici ed incredibilmente importanti. Avremo a disposizione dati sperimentali ricavati in un laboratorio irripetibile che miglioreranno le nostre conoscenze fisiologiche. Collauderemo delle nuove strumentazioni diagnostiche non invasive e la loro capacità di trasmettere a distanza dati che fotografano l' adattamento del fisico umano a condizioni circolatorie sfavorevoli. Un domani, dopo opportuni studi di riproducibilità, queste strumentazioni potranno anche atterrare in comuni laboratori ed essere disponibili a tutti».

La Ccsvi non viene riconosciuta da alcuni settori del mondo scientifico. Vi aspettate che l’esito dell’esperimento riesca a convincere anche gli scettici?

«In realtà la Ccsvi è ampiamente ed unanimemente riconosciuta. Quello che non è riconosciuto allo stato attuale, soprattutto dalla comunità neurologica, è che questo problema circolatorio possa avere un minimo ruolo causativo nelle malattie neurodegenerative, e nella sclerosi multipla in particolare. Questo rappresenta la sfida della ricerca per i prossimi anni».

A Ferrara e in diversi centri di ricerca italiani è in corso una sperimentazione sul rapporto fra Ccsvi e sclerosi multipla, quando sarà conclusa e quando saranno disponibili i dati?

«Personalmente ho l'embargo scientifico a darvi notizie. Vi posso però anticipare che a breve le fonti ufficiali vi daranno comunicati molto rilevanti».