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PiazzaTrento Trieste nuova, schifezze di sempre

Stefano Scansani
I paracarri diventano cestini di rifiuti
I paracarri diventano cestini di rifiuti

I paracarri diventano cestini, ma il rifiuto da passeggio dove si mette se non ci sono cestini, visto che ce ne sono soltanto 5 sul lato est (contati ieri)

21 ottobre 2014
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FERRARA. La parola giusta è schifezza. Nella recuperata e bella piazza Trento e Trieste non ci sono ancora i cestini in numero e posizioni sufficienti. Così la gente accumula i rifiuti sulle prime cose verticali, scure, a portata di mano, che sono i sensori-paracarro all’ingresso del grande rettangolo, imbocco corso Martiri.<QM>ente educata e con forte senso civico: con un po’ di insicurezza sulla capienza del “coso”, tutti depositano materiali sui sensori-paracarro soltanto perché qualcuno poco prima ha fatto lo stesso. Bicchieri, mozziconi di sigaretta, resti di coni gelato, fazzoletti da naso, tovaglioli da pizza, gomme da masticare vengono impilati sul povero piatto dei due sensori-paracarro, e inevitabilmente precipitano a terra. I portenti dell’elettronica che ordinano agli altri fittoni di abbassarsi nel caso debba transitare un mezzo di soccorso, sono i puntatori di insopportabili discariche dei rifiuti da passeggio.

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Una schifezza più che altro nei giorni e nelle serate di fine settimana, quando la folla di chi passeggia, fa shopping, mangia o beve qualcosa, attraversa la piazza per ore. Avanti e indietro fra gelaterie, bar, paninerie.
Anche domenica sera è capitato. Il fenomeno si replica da quando sono stati montati i paracarri governati appunto da questi sensori, vale a dire dal 26 settembre. E ancor prima, dall’inaugurazione della piazza recuperata, esattamente il 17 aprile, con in mezzo la cerimonia d’accensione dell’elegante illuminazione, datata 2 agosto.
La scarsità dei contenitori per i rifiuti non è un fatto marginale, secondario o successivo alla posa della nuova pavimentazione o al montaggio dei lampioni di foggia ottocentesca: i cestini sono organici al senso e alla funzione di una piazza e al suo mantenimento, al rispetto e all’ordine. Rimandare i cestini al chissà quando, l’averli dimenticati, o aspettare autorizzazioni al progetto da una suprema autorità, non è un alibi.
Il Comune e in prima fila l’assessore titolare dei lavori pubblici - e quindi dell’arredo urbano, di conseguenza del decoro - dovrebbero e potrebbero semplicemente e rapidamente immaginare di ricorrere a bidoni provvisori, quelli che vengono distribuiti a tempo determinato nei giorni del Buskers Festival e in quelli del Festival di Internazionale.
L’assessore Aldo Modonesi, che della nuova piazza Trento Trieste ha fatto un punto di orgoglio, il 5 agosto aveva dichiarato al nostro giornale che «a settembre inizieremo l’arredo della piazza con le prime panchine. Quanto alla fontanella da più parti invocata confermiamo la necessità di installarla. Per il resto ben vengano questi suggerimenti».
Modonesi si riferiva ai consigli dei lettori della Nuova che al riguardo aggiungeva: «Verranno potenziati anche i cestini e i punti di raccolta delle cartacce e dei rifiuti in modo da rendere meno sporca la piazza ed evitare di lasciare tracce indecorose in centro storico». Via via sul Listone sono apparsi i lampioni e quindi l’illuminazione generale, di seguito la fontanella alla fine dei primi tre archi dei portici della cattedrale. Ancora il nostro giornale il 26 settembre annunciava: “La prossima settimana è in calendario l'incontro tra tecnici del Comune ed Hera per definire la posizione e le caratteristiche dei cestini, e sempre nei prossimi giorni sarà affrontata la questione della raccolta differenziata. Ancora più indietro è il progetto della nuove panchine, che sarà firmato dagli uffici comunali”. Modonesi ha tenuto fede alla promessa e il 30 settembre ha presentato personalmente le mini isole ecologiche per la raccolta differenziata in centro: quaranta contenitori di Hera per il vetro e l’organico, distribuiti in piazza Municipale, piazza Trento e Trieste, piazza Savonarola, piazza Castello, via Bersaglieri del Po e più avanti via Garibaldi e via Mazzini. Due di questi parallelepipedi marron sono pronti all’uso all’imbocco di via San Romano.


La dichiarazione rilasciata da Modonesi alla Nuova tre settimane fa risulta allarmante: «Nei prossimi mesi dovrebbe andare a regime anche un altro percorso di decoro urbano che riguarderà i cestini in centro, per i quali si cercherà di uniformare la tipologia e individuare posizionamenti razionali». Mesi? Il degrado è incombente: la sommità dei sensori dei paracarri è lercia, la pavimentazione intorno è macchiata e incrostata a causa dell’accumulo dei rifiuti da passeggio. Tra l’altro le pietre grigie del Listone cominciano a macularsi di centinaia di gomme da masticare. Più cestini non convinceranno tutti i maleducati, ma comincerebbero ad educare (anche i lanciatori di mozziconi di sigaretta).

Cestini e contravvenzioni a volte sono salubri e necessari. Ma, essendo insufficienti i primi, le seconde non possono essere appioppate. Con questa vicenda l’articolo 26 del Regolamento di Polizia Urbana di Ferrara è una contraddizione. Anzi, dovrebbe ritorcersi sulla pochezza dei raccoglitori dei rifiuti da passeggio. Oltre i due già citati cassonetti della mini isola ecologica, in piazza Trento e Trieste ci sono 5 raccoglitori: 1 davanti la chiesa di San Romano, 2 accanto alla libreria, altri 2 sul lato dei portici della cattedrale dove sono negozi d’abbigliamento, telefonia e gioielleria (a bassissima o nulla intensità di “paciugo”) . Sugli altri lati - popolati da gelaterie, bar, paninerie - contenitori zero. Da ciò il martirio dei sensori dei paracarri, scambiati per cestini.

Letta la Nuova Ferrara l'amministrazione è corsa ai ripari, come evidenziato da un tweet dell'assessore Modonesi che lascia intendere come quello di piazzare due cestini a fianco delle centraline sia solo un primo intervento. E comunque in effetti ieri pomeriggio i rifiuti sono spariti dalle centaline.

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