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«Saremo la pattumiera d’Italia»

«Saremo la pattumiera d’Italia»

Rifiuti, l’articolo 35 bocciato dal comitato “Ferrara città sostenibile”

21 ottobre 2014
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Gli inceneritori di rifiuti potranno operare al limite massimo della capacità dell'impianto e assorbire le eccedenze di altre Regioni. E così Ferrara, grazie al decreto "Sblocca Italia", diventerà una delle pattumiere d'Italia. Il decreto "Sblocca Italia" è stato approvato in commissione ambiente e verrà presto approvato dal Parlamento, dove non troverà ostacoli visto che verrà imposta la "solita" fiducia. Eppure questo decreto rappresenta un attacco all'ambiente senza precedenti e ci condannerà all'arretratezza di un'economia basata sul consumo intensivo di risorse non rinnovabili .

Il "cambiamento" che propone è in realtà la riedizione di una politica vecchia e miope che, se attuata, produrrà altri disastri paesaggistici, ambientali, architettonici. Propone infatti di "sbloccare" l'economia perpetuando le vecchie ricette del Novecento : petrolio, cemento, asfalto, deregulation urbanistica ed edilizia. Un modello tradizionale dello sviluppo oramai fuori tempo, incapace di rispondere alle nuove esigenze della realtà che cambia e che è già risultato fallimentare.

L'unica novità è che dichiara "infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale" ogni impianto di incenerimento di rifiuti, gasdotti, rigassificatori, trivellazioni per idrocarburi e stoccaggio di gas e ne assume la regia a livello del governo centrale, mettendo fuori gioco regioni, enti locali e cittadini.

A Ferrara la conseguenza piu immediata sarà la " liberalizzazione" dell'inceneritore.

Un grande regalo a Hera che potrà ricevere rifiuti da bruciare da ogni parte di Italia e potrà incenerire fino al massimo della capacità dell'impianto, aumentando i profitti. Un grande danno alla salute dei cittadini che subiranno le conseguenze dell'aumento delle emissioni inquinanti e vedranno vanificati i loro sforzi per recuperare e ridurre i rifiuti.

L'articolo 35 del decreto infatti rilancia l'obsoleto e anti-economico ruolo degli inceneritori. Mentre tutti i Paesi europei approntano politiche ambientali volte al superamento dello smaltimento dei rifiuti negli inceneritori, imboccando la strada della circolarità, del riciclo, del riuso, del recupero nel rispetto dell'ambiente, della salute e della riduzione dello spreco, nel futuro dell'Italia i rifiuti viaggeranno per tutto il territorio e saranno smaltiti non solo negli inceneritori già attivi, ma anche in nuovi impianti. Gli inceneritori inoltre potranno bruciare più di quanto autorizzato in origine (potranno operare a saturazione del carico termico ).

Nonostante l'opposizione di molti comuni e province, nonostante che la Commissione Ambiente della Conferenza Stato-Regioni ne abbia chiesto formalmente l'abrogazione, l'articolo 35 è stato approvato e le modifiche apportate dagli emendamenti non ne hanno modificato la sostanza.

L'emendamento che specifica che prima si bruceranno i rifiuti regionali e solo poi quelli provenienti da fuori, in una fase in cui ormai gli impianti, grazie alla raccolta differenziata, sono sottoutilizzati, non limita di fatto l'afflussso di rifiuti . L'emendamento che monetizza il danno alla salute, 20 euro a tonnellata di rifiuti extraregionali bruciati che i gestori degli impianti verseranno alla Regione ( che potrà ricompensare i cittadini inquinati con una piccola, ipotetica, riduzione della TARI ), è invece proprio sbagliato. La salute dei cittadini non si compra.

Nonostante l'opposizione dei comitati e di tutte le associazioni ambientaliste, il nostro inceneritore era stato triplicato 10 anni fa con la garanzia da parte dell'allora sindaco Sateriale che avrebbe smaltito solo i rifiuti dell'ambito provinciale, che sarebbero state chiuse tutte le discariche della provincia e che, progressivamente all'aumento della raccolta differenziata, si sarebbe poi proceduto alla dismissione dell'inceneritore stesso. Era stato autorizzato a bruciare al massimo 130.000 tonnellate di rifiuti, con la prescrizione di non superare il limite di 30.000 tonnellate di rifiuti speciali.

Adesso: le discariche non sono state chiuse, il limite a bruciare i rifiuti speciali è già stato cancellato a favore degli affari del gestore.

In futuro: l'inceneritore non solo non verrà dismesso ma aumenterà grandemente la quantità di rifiuti che potrà bruciare. Da 130.000 a 180.000 tonnellate. ( O di più? Quant'è la reale saturazione del carico termico?)

Qualcuno continuerà ancora a fare la fatica di differenziare sapendo che il suo sforzo non porterà a nessun miglioramento per l'ambiente e la salute? Che senso ha fare la raccolta differenziata se poi l'inceneritore non verrà chiuso e continuerà a bruciare i rifiuti indifferenziati di altri ?

L'articolo 35 va cancellato, come il resto del decreto.

Comitato Ferrara Città Sostenibile