La Nuova Ferrara

Ferrara

Tribunale in lutto per il giudice Mattelini

di Daniele Predieri
Tribunale in lutto per il giudice Mattelini

Il magistrato si è spento a 59 anni. Il ricordo degli avvocati: corretto e rispettoso, nelle aule dovrebbero essere tutti come lui

21 ottobre 2014
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Era un giudice galantuomo, dalla battuta fulminante e intelligente, mai fuori le righe. Sapeva farsi rispettare nelle aule dei suoi processi perchè rispettava tutti: dagli imputati ai legali, anche quelli più giovani, ancora acerbi di codice di procedura penale, che ascoltava con infinita e paterna pazienza.

Era malato da tempo, e nelle ultime settimane, per le condizioni peggiorate era stato ricoverato in un centro sanitario a Verona, dove è morto domenica sera: aveva 59 anni, Diego Mattelini, giudice della sezione penale del tribunale di Ferrara, magistrato tra i più anziani ed esperti e apprezzato da tutti.

Mattelini, che abitava con la famiglia a Padova, moglie e figlia laureanda in giurisprudenza, era entrato in magistratura nel 1989 ed era arrivato al Tribunale di Ferrara nel marzo del 2009. Conosciuto per il suo equilibrio e la sua concretezza in aula associata al massimo garantismo, aveva presieduto come giudice del collegio e gestito come giudice monocratico diversi processi importanti e delicati celebrati a Ferrara.

Tra i tanti quello sulla Solvay (operai malati per sospetto collegamento con il Cvm, che valutò insussistente assolvendo gli imputati), sui 'Bad Boys' (con imputato il figlio di una collega, condannandolo) e 'Area-Riusa’ (per distrazione di fondi pubblici e truffa). Uno su tanti, anche l'omicidio del Sottomura, di un giovane tunisino ucciso con una katana (regolamento di conti per traffico di droga tra marocchini e tunisini) concluso con cinque ergastoli, che aveva deciso con i colleghi dopo anni che non veniva comminata, a Ferrara, la estrema e massima pena del nostro codice penale.

La notizia della sua scomparsa è stata resa nota dalla famiglia nella serata di domenica ed è rimbalzata a Ferrara, in tutto l’ambiente giudiziario e forense dove grandissimo è il cordoglio che si registra tra gli addetti ai lavori per questo giudice che tutti feniscono galantuomo.

Alessandra Palma, presidente della Camera penale, a nome dell’organismo che raggruppa i penalisti cittadini lo ricorda così: «Abbiamo saputo la notizia e siamo costernati: noi tutti possiamo affermare che era un giudice illuminato, un magistrato molto attento alle garanzie difensive e ancor di più era persona di grande intellingenza e umanità: siamo vicini alla famiglia e ai suoi colleghi».

«Come magistrato - rammenta anche personalmente - l’ho sempre trovato corretto e attento alle regole processuali e della difesa. Era persona umana, disponibile al dialogo, e soprattutto rispettoso delle persone e ancor prima degli imputati».

Piero Giubelli, presidente dell’Ordine Avvocati di Ferrara non ha dubbi: «Posso dire che per la giustizia cittadina è veramente una grande perdita la scomparsa di un giudice come Mattelini: non lo dico per circostanza, ma perchè era uomo e magistrato preparato e sensibile, e che sapeva dare i giusti spazi a tutte le parti del processo». «Mai maleducato, sempre rispettoso del nostro ruolo di avvocati - aggiunge Giubelli -, chiunque fosse il legale, dal più al meno preparato. Era persona squisita e alla famiglia e ai colleghi va tutto il nostro cordoglio come Ordine avvocati perchè per noi era ciò che ogni giudice dovrebbe essere, e senza ombra di dubbio, esprimo questa mia opinione a nome di tutti gli iscritti dell’Ordine».

Nei suoi processi era famoso per la battuta fulminante, la sintesi intelligente e il rigore perentorio: «Sì, era magistrato attento alle norme e alle regole, molto pratico e sapeva coniugare la gestione del processo e i suoi tempi con il rispetto del diritto e delle norme, a volte rigorosissimo e anche quando si spazientiva non travalicava mai il limite della buona educazione. Aveva la battuta intelligente, al momento giusto, credo nessuno si sia mai offeso perchè sempre profferita squisitamente. E il rigore lo ha applicato anche quando si trattava di giudicare situazioni scomode su altri colleghi».