La Nuova Ferrara

Ferrara

Agguato davanti all’asilo Condannato a 12 anni

di Daniele Predieri
Agguato davanti all’asilo Condannato a 12 anni

Davanti la scuola attese il cognato e lo ferì con un martello e un coltellaccio La moglie si era rifugiata dai parenti, lui voleva far pagar loro questo affronto

22 ottobre 2014
3 MINUTI DI LETTURA





Voleva ucciderlo, ed uscì di casa la mattina di un anno fa, il 4 ottobre 2013, con un coltello ed un martello. Alì Nazaqat, pakistano di 35 anni, voleva uccidere il cognato, Hussain Ishtiaq, suo connazionale di 38 anni, che aveva l’unica colpa di aver protetto la moglie di Alì, di averla ospitata (l’aggressore era sposato con la sorella della moglie di Hussain), dopo che la donna, maltrattata e tanto altro, aveva lasciato la casa del marito.

Quel marito, Alì Nazaqat, accecato dalla vergogna e dalla gelosia, che si sentiva tradito dai suoi stessi parenti, che colpì con una furia cieca con il martello il cognato alla testa e poi lo accoltellò una volta a terra, è stato condannato ieri dal giudice Monica Bighetti, per tentato omicidio: il giudice ha deciso la pena pesantissima di 12 anni di carcere. Il massimo previsto, anche con i conteggi delle aggravanti e della riduzione per il rito abbreviato: l’aggravante era quella di aver premeditato quell’agguato, quella mattina di un anno fa, aspettando il cognato poco distante dall’asilo Guido Rossa del Doro, dove aveva accompagnato i figli. Al processo, svolto in abbreviato davanti al gup Monica Bighetti, e dunque non aperto al pubblico, è emerso che il cognato, aggredito, si salvò per miracolo. Aveva ricordato durante le indagini, Hussain, che una volta a terra colpito con il martello alla testa, vide quel coltello impugnato da Alì e lo afferrò per la lama, attenuando l’impeto del fendente che pur squarciò l’addome e arrivò quasi al fegato. Forse per questo motivo, nonostante le gravissime ferite riportate e la recisione dell’arteria, fu salvato dai medici. Ma ancora oggi porta le conseguenze fisiche di quell’aggressione e soprattutto psicologiche, per la paura che quell’uomo brutale, una volta fuori dal carcere avrebbe finito ciò che non aveva portato a termine. Ora, però, spiega il suo legale di parte civile, Gianni Ricciuti, Hussain si sente sollevato perchè Alì resterà 12 anni in carcere e, come deciso dal giudice, una volta espiata la pena verrà espulso dall’Italia. La difesa di Alì Nazaqat ha sostenuto la legittima difesa, che in realtà fu Hussain a provocarlo, e che lo stesso Hussain si era ferito gravemente cadendo a terra sul coltello. Una tesi che non ha retto il vaglio del processo, visti i tanti elementi di riscontro che gli ispettori della squadra mobile che avevano condotto l’inchiesta hanno portato nel sostenere la gravissima accusa di tentato omicidio premeditato.

Accusa sostenuta in aula ieri dal pm Stefano Longhi che con i calcoli aritmetici dello sconto di pena (un terzo per l’abbreviato) e dell’aggravante si era fermato ad una richiesta di pena di 9 anni. Il giudice è andato oltre, infliggendo12 anni di carcere, a quell’uomo colpevole di avere, per rancore e vergogna, voluto uccidere il cognato che aveva solo dato la forza alla moglie di lasciare lui e la sua casa e poi per averla protetta.