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Anche la Fondazione a caccia di fondi

Anche la Fondazione a caccia di fondi

Senza i soldi della Cassa di Risparmio, Palazzo Crema punta a finanziamenti Ue, crowdfunding e legge Franceschini: Pinacoteca da aiutare

23 ottobre 2014
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Come si fa il mestiere della Fondazione Carife avendo come flussi di cassa garantiti appena 180mila euro? All’interrogativo dovranno rispondere i soci di Palazzo Crema, chiamati il 29 ottobre ad approvare l’ennesimo bilancio previsionale, questa volta relativo al 2015, senza i dividendi della banca di proprietà, che si preannuncia con un disavanzo di 394.800 euro. Il consiglio di amministrazione, infatti, ha deciso di confermare i cinque settori rilevanti d’intervento, quindi la Fondazione resta impegnata in arte e cultura, ricerca scientifica e tecnologica, salute e prevenzione, volontariato e beneficienza, educazione e formazione; e ha confermato l’attenzione, «quando se ne presenti l’opportunità», nei tre settori aggiuntivi che sono assistenza agli anziani, crescita e formazione giovanile, disagio mentale. Tenendo fermi i contributi liberali già deliberati per progetti plurieannali, che assorbiranno l’anno prossimo 800mila euro, Palazzo Crema esplora territori relativamente nuovi: le attività culturali a costo zero o quasi, e la ricerca di fonti di finanziamento esterne. La relazione del presidente Riccardo Maiarelli cita, ad esempio, la possibilità di «poter accedere alle risorse disponibili per progetti europei o fondi strutturali. È la prima volta che ci si apre a questa opportunità, ma altre fondazione bancarie lo hanno già fatto», puntando sull’effetto moltiplicare delle reti territoriali. Il primo terreno di sperimentazione è il museo virtuale della ceramica, un sito web che ospitando le schede di varie collezioni, «potrebbe fungere da stimolo all’imprenditoria locale per il recupero dell’arte ceramica, intesa come opportunità professionale da promuovere specialmente tra i giovani che si affacciano al mondo del lavoro». La Fondazione è proprietaria della collezione Magnani (360 pezzi), che ha incrementato con altre acquisizioni, e che costituirà il nocciolo di partenza del sito sugli studi ceramici, attualmente in fase di collaudo.

C’è poi la collaborazione richiesta dalla nuova direttrice della Pinacoteca, Anna Stanzani, per il rilancio del museo attraverso iniziative di valorizzazione del suo patrimonio. Servono, come al solito, soldi per manutenzione, restauri, allestimenti e guardiania, e la Fondazione «non avendo risorse proprie da destinare, potrebbe tuttavia adoperarsi per agevolare la raccolta fondi. Rifletteremo - propone Maiarelli ai soci - in primis sulla legge Franceschini e sul cosiddetto “Art Bonus” (credito d’imposta per i fondi destinati a immobili di pregio, ndr)»: un lavoro da “mediatore culturale”, insomma. Verrà infine presa in considerazione il crowdfunding, ovvero una piattaforma online per la raccolta fondi dalla base. Ce ne sono già 54 in Italia, con 30 milioni di euro come valore totale dei progetti finanziati.

«Anche in questo caso la Fondazione potrebbe affiancare la Pinacoteca nello sviluppo di un progetto da inserire in uno di questi siti». Palazzo Crema punta inoltre a digitalizzare in toto la rivista Ferrara voci di una città, ed a distribuire altri 5-6.000 volumi editi o finanziati a diverse biblioteche in Italia e in Europa. (s.c.)

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