La Nuova Ferrara

Ferrara

i lavori dimenticati e le reazioni dei lettori della “Nuova”

«Mestieri richiesti ma nessuno vuole farli»

Le aziende non trovano lattonieri, stagnini, tappezzieri e sarti. Su Facebook commenti aspri

23 ottobre 2014
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Lattonieri, stagnini, tappezzieri, sarti e modellisti. Mestieri antichi, oggi molto meno diffusi e conosciuti che in passato, al punto che non riescono più a fungere da richiamo per la forza lavoro locale. Strano a dirsi, mentre tutto attorno si accavallano dati e polemiche sulla disoccupazione che sale, i giovani che restano a casa, e l’industria e l’artigianato vivono una stagione tra le più difficili dal dopoguerra.

Il quadro sui mestieri “deserti” lo ha tracciato l'ufficio Studi della Camera di commercio di Ferrara. Nella nostra provincia, in particolare,le figure di lattonieri e stagnini sono difficili da reperire nel 79% dei casi richiesti, così come non sono facili da trovare tappezzieri, sarti e modellisti. Più di 6 imprese ferraresi su 10, intanto, hanno scelto il personale da assumere nei primi sei mesi di quest'anno partendo da una conoscenza diretta del candidato, magari già sperimentato nel corso di uno stage o di un tirocinio, ovvero utilizzando canali del tutto informali, quali il passaparola di conoscenti, fornitori o altri imprenditori. «Soprattutto le micro-imprese - precisa la Camera di commercio - appaiono meno inclini a ricorrere a soggetti o strumenti di intermediazione nella ricerca di nuovo personale». La valutazione della Camera di commercio non è positiva. «L'utilizzo di canali informali per la selezione del personale da parte delle imprese contribuisce certamente a quella asimmetria informativa che penalizza il merito e le capacità, in particolare dei giovani lavoratori», osserva il presidente Paolo Govoni che annuncia una «collaborazione con le associazioni di categoria e le istituzioni di riferimento e appositi interventi volti ad aiutare le imprese delle filiere chiave del territorio a individuare le figure di cui hanno bisogno». Il tema ha già suscitato i primi commenti che aggiungono dettagli pratici e la sensibilità a caldo dei lettori al responso delle statistiche. Marisa Balboni, ad esempio, taglia corto: «Come minimo le richieste sono: ventenne, con esperienza decennale, 500 euro al mese». Alice Finessi, in un altro post comparso sulla pagina Facebook della “Nuova”, aggiunge: «Ma quale titolare di queste aziende è disposto ad insegnare un mestiere ad una persona che non l'ha mai fatto? Cercano apprendisti con esperienza, per forza non trovano!!».

Michele Pocaterra è sfiduciato e non lo nasconde: «Sfido chiunque - scrive - ad aprire un laboratorio per fare lo stagnino o il sarto poi vedi quanto tempo si va avanti». Riccardo Sandri tocca un altro tema: «Con le tasse il secondo anno sei defunto». Fabio Vitali è d’accordo con Marisa Balboni: «Diciamo la verità,il personale che viene cercato o deve avere caratteristiche come quelle elencate da Marisa oppure se ne sta a casa». Daniele Bighi addita «chi ha il coraggio di chiedere l'esperienza per andare a fare le pulizie. Andatevi a leggere gli annunci di lavoro, si leggono cose al limite del ridicolo». Andrea Buzzoni ricorda che per imparare un lavoro ci vuole tempo: «Certi mestieri di un tempo non si imparano in due minuti. Per fare il sarto occorre fare una scuola come per altri lavori di artigianato. I giovani possono anche farlo ma per gli ultra-quarantenni come me che han sempre fatto un solo lavoro reinventarsi da zero non è facile». Peter Grey Wolf Tanto cita un annuncio: "Cercasi apprendista elettricista per cantieri edili nel basso ferrarese età max 27anni con esperienza decennale" certo...» mentre Alessio Gallo Galletti chiede: «Chi è che fa il tappezziere oggi se un divano costa 200€ e rifarlo ne costa 400?».