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sant’agostino

Rinasce la vetreria Balboni

A due anni al terremoto via ai lavori per la nuova sede

23 ottobre 2014
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SANT’AGOSTINO. «Queste giornate mi ripagano di tutti gli sforzi e di tutte le fatiche degli ultimi due anni. Essere qui, accanto ai titolari di un'azienda che nonostante il terremoto non si è mai fermata e non si è mai arresa, mi riempie di gioia». Sono queste le parole che il sindaco Fabrizio Toselli ha pronunciato ieri in occasione della ricostruzione del capannone della vetreria Balboni, piccola impresa locale duramente colpita dal sisma del 2012. Il capannone semidistrutto dalla scossa delle 4,04 è stato definitivamente abbattuto, le macerie rimosse e «finalmente - come affermano i fratelli Valeria e Valerio Balboni con un sospiro di sollievo -, ora si potrà guardare al futuro con un occhio diverso». La Beton Costruzioni, ditta bellunese che costruirà la struttura, dovrebbe terminare i lavori entro dicembre ma al suo interno si inizierà a lavorare solo nella primavera prossima. «L'edificio - spiega la Balboni - oltre all'area produttiva, di cui ora siamo sprovvisti, ospiterà anche un ufficio. Il costo complessivo dell'opera, compresi allacciamenti e nuovi macchinari, si aggira intorno a un milione di euro; una parte di questi sono arrivati dalla Regione, dai fondi per la ricostruzione». La struttura, costruita su una base di 400 metri quadrati lordi, sarà tutta in cemento armato e con travi di 20 metri; la copertura sarà costituita da pannelli alleggeriti. «Si tratta di pannelli particolari - spiega l'ing. Nicola Gambetti, progettista e direttore dei lavori -, più leggeri ma molto resistenti. Il peso che la struttura dovrà sostenere sarà minore rispetto alle coperture classiche». Per i fratelli e, i genitori prima di loro, che hanno investito tutto in questa piccola attività che per anni ha dato da vivere, quello di ieri è stata una tappa importante. «Ora potremo lavorare con una serenità maggiore. I tempi d'oro - chiudono - probabilmente non torneranno più però quantomeno ritroveremo la stabilità che ci è venuta a mancare in tutti questi mesi».

Samuele Govoni