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Sagre, campagna contro gli abusivi

Sagre, campagna contro gli abusivi

Confcommercio e Fipe: nel Ferrarese le manifestazioni occupano 1200 giorni, è concorrenza sleale alla ristorazione

23 ottobre 2014
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Oltre 300 manifestazioni nel Ferrarese sparse nell’arco dell’anno, di cui 80 solo quelle facenti capo (anche se non tutte in provincia) a Sagre e Dintorni. Una scorpacciata di proposte che inghiotte 1200 giornate, da maggio a ottobre, occupando di fatto tutti i week end. Un’invasione a cui ora Confcommercio Emilia Romagna e Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) vogliono porre un argine «per liberare il settore della ristorazione dall’abusivismo e dalla concorrenza sleale», come commenta il presidente provinciale Fipe Matteo Musacci. Aggiungendo che «la situazione è diventata insostenibile per la ristorazione tradizionale alle prese inoltre con un fisco vorace e una burocrazia oppressiva».

Lo strumento è un Regolamento Comunale Sagre e Feste che le associazioni stanno elaborando e che vogliono sottoporre all’attenzione delle istituzioni, invitate a un confronto anche per definire la pianificazione annuale delle sagre comunali. «Regole chiare uguali per tutti», invocano Fipe e Confcommercio, perché se le sagre, come ricorda la stessa proposta di regolamento, «rappresentano un importante veicolo promozionale del territorio, con forti implicazioni turistiche», è altrettanto vero - prosegue Musacci - che «il fenomeno dell’abusivismo ha assunto dimensioni rilevanti, ed è ormai difficile distinguere tra vere e false attività. Accanto a iniziative “autentiche”, realmente senza fini di lucro, stanno infatti crescendo fenomeni sempre più frequenti di concorrenza, che danneggiano diversi settori, a partire da quello della ristorazione». Su tutto il territorio nazionale si contano circa 42mila sagre, di cui 1150 in Emilia Romagna, per oltre 300mila giornate complessive, e 10mila ristoranti turistici. Numeri all’interno dei quali, nota la Confcommercio, si annida un mercato abusivo della ristorazione con un fatturato di 5,2 miliardi di euro, e mancato gettito tra imposte dirette e contributi per 700 milioni di euro. Un mercato “parallelo” che solo in Emilia Romagna vale 400 milioni di euro, con una perdita di gettito per 54 milioni.

Il confronto sul tema non è nuovo e ha già portato a introdurre nella nuova Legge comunitaria Regionale la proposta avanzata da Confcommercio e Fipe del Calendario annuale delle Sagre, da concordare tra Comuni e associazione. Ma ora, ribadiscono i rappresentanti del commercio e dei pubblici esercizi, occorre compiere un passo ulteriore. «Lavoriamo da anni d’intesa con Confcommercio - spiega Musacci - per arrivare a un regolamento che premi solo le sagre autentiche, che hanno veri legami con l’enogastronomia tipica e il territorio valorizzando i centri storici». Al contrario, accanto a manifestazioni con le caratteristiche di una vera sagra se ne sono diffuse altre del tutto simili a una normale attività di ristorazione. «L’asimmetria delle regole - conclude il presidente della Fipe ferrarese - non contribuisce a costruire una buona concorrenza ma genera inefficienza, abuso e illegalità. Per questo abbiamo lavorato, in accordo con la Regione, per aggiornare la normativa di settore, con risultati significativi che ora devono trovare sul territorio un adeguato confronto con le istituzioni locali».