La Nuova Ferrara

Ferrara

Cani abbandonati. Indaga la municipale

Già due episodi nell’Argentano: i proprietari mettono i loro quattrozampe in un cestino da trasporto poi li abbandonano davanti a case o edifici pubblici

24 ottobre 2014
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 Non è solo d'estate, quando arrivano le ferie e le famiglie vanno in vacanza che si ripete il triste rituale dell'abbandono dei cani. Purtroppo anche in questi ultimi giorni si è verificato e per di più, con una nuova strategia: il padrone, infila l'amico dell'uomo dentro il cosiddetto “trasportino” e poi lo porta o davanti ad una casa isolata oppure in un parcheggio davanti ad un ente pubblico. La lettura del fenomeno potrebbe essere che il pensiero del padrone è questo: «Me ne disfo, me ne frego e se scappo, il cane non può inseguirmi e quindi evito che qualcuno possa vedermi. E nello stesso tempo spero che qualcuno se ne prenda cura».

Ebbene, in questi ultimi giorni, due casi di abbandono di cane con la medesima strategia del “trasportino”, si sono verificati nell'Argentano.

Il primo episodio si è verificato alla periferia di Santa Maria Codifiume; qualcuno, di notte, ha abbandonato il trasportino con due cani dentro: un maltese e un bastarino. Il latrare dei due cani ha richiamato l'attenzione dei residenti e una signora, premurosamente, li ha subito accuditi e rifocillati. Non solo, per maggior sicurezza, li ha portati dal veterinario non solamente per verificare lo stato di salute ma anche per capire se avevano il chip d'identificazione: si è scoperto che entrambi l'avevano. La stessa signora ha quindi avvisato la polizia municipale alla quale ha chiesto se, in attesa del ritrovamento dei proprietari, poteva tenere i due quattrozampe. Ovviamente, visto che l'abbandono del cane è un reato, lo stesso comando della polizia municipale di Argenta ha avviato l'indagine per capire cosa c'è dietro a questa triste vicenda. Il secondo caso è di pochi giorni fa e ha riguardano un bastardino ritrovato dentro il “trasportino” nel parcheggio dell'ospedale di Argenta.

Sul posto sono intervenuti i volontari della Lida (lega Italiana dei Diritti dell'Animale) di Argenta gli stessi che, con la premura del caso, hanno proceduto per la verifica del chip che purtroppo il cagnolino non aveva ma al tempo stesso, oltre a portare il quattrozamper al canile, hanno proceduto secondo quelli che sono i dettami di legge.

Giorgio Carnaroli