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Con il cuore alla Leopolda di Firenze

Con il cuore alla Leopolda di Firenze

Alessandro Bratti sarà per la seconda volta in 2 anni alla Leopolda. «Sabato pomeriggio coordinerò come in passato un tavolo su ambiente e legalità», racconta il deputato. Niente contro la...

24 ottobre 2014
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Alessandro Bratti sarà per la seconda volta in 2 anni alla Leopolda. «Sabato pomeriggio coordinerò come in passato un tavolo su ambiente e legalità», racconta il deputato. Niente contro la manifestazione della Cgil, assicura: «È un sindacato che si muove in autonomia e sceglie di conseguenza. Piuttosto non condivido quella di alcuni dirigenti e parlamentari del Pd che saranno presenti a sostegno di un’iniziativa contro il governo. E lo dico io – che non sempre sono d’accordo su come si muove l’esecutivo. Ma non sono preoccupato, i partiti moderni sono fatti così e si è detto che dobbiamo farne uno che va da Migliore a Romano. Il segretario non è uomo che fa sintesi? Forse non è nella sua personalità, anche lui a volte ci prende, a volte no».

Paolo Calvano deciderà all’ultimo momento, ma con il cuore sarà comunque a Firenze: «Sono preso dalla campagna elettorale per le regionali – dice il segretario provinciale -, ancora non so se vado: alla Leopolda sono stato già una volta in passato. Si tratta di un’occasione di confronto e di proposta; quest’anno Renzi ha una responsabilità in più essendo segretario e ciò che lì risulterà, andrà discusso nel partito. La Cgil? Legittimo far sentire la propria voce, giusto un tavolo col governo dopo sabato, purché non rallenti l’azione di rinnovamento del Paese. Certo al governo e manifestarci contro allo stesso tempo, come farà qualcuno, non è il massimo: cose che abbiamo già visto in passato con Prodi e che ci hanno fatto male».

Eric Zaghini pure lui è impegnato nella campagna elettorale per il voto del 23 novembre (“domenica mattina sarò a Cona”) tuttavia dubbi non ne ha: Firenze capitale, altroché Roma. «La Cgil – attacca il sindaco di Berra e tra i renziani della prima ora – dovrebbe fare autocritica su come si è mossa in passato. Il Pd non è più appiattito sul sindacato, è il partito del nuovo lavoro più che del vecchio lavoro fordista, e oggi gli operai ci votano in misura maggiore rispetto a qualche anno fa.

Al nostro interno ci sono sì diverse sensibilità, ma la direzione si è espressa con nettezza e ricordo che lo stesso Pier Luigi Bersani chiese disciplina a tutti i parlamentari: deve valere anche ora, sui temi del lavoro non è una questione di coscienza». (f.t.)