La Nuova Ferrara

Ferrara

Regionali, chi ha speranza di farcela

di Marcello Pradarelli
Regionali, chi ha speranza di farcela

Tra oggi e domani a mezzogiorno le liste, corredate da almeno 500 firme, debbono essere depositate in tribunale

24 ottobre 2014
3 MINUTI DI LETTURA





Il 23 novembre si vota, mancano appena trenta giorni e c’è ancora l’incognita di quanti saranno i candidati alla presidenza. Sulla carta sono 6: Stefano Bonaccini (Pd) per il centrosinistra; Alan Fabbri (Lega) per gran parte del centrodestra, ci sono anche Fi e Fdi; Giulia Gibertoni per il M5S; Maria Cristina Quintavalla per l’Altra Emilia Romagna (lista che si richiama all’Altra Europa per Tsipras ma rispetto alle europee non può contare su Sel che sta col Pd); Alessandro Rondoni per i moderati di centrodestra (Ncd, Udc, Pi, Ppe); Maurizio Mazzanti per Liberi Cittadini, lista civica costituita da ex grillini come il consigliere regionale Giovanni Favia.

Se resteranno 6 lo si saprà presto. Il primo scoglio da superare è quello delle firme per la presentazione delle liste: bisogna presentare liste con il giusto corredo di firme in almeno 5 province su 9 . Ce la faranno tutti? Non è così scontato. Raccogliere almeno 500 firme - è il minimo per le province di Ferrara, Forlì-Cesena, Parma, Piacenza, Ravenna, Rimini - o almeno 875 (Bologna, Modena, Reggio Emilia) per qualche formazione politica costituisce già una sfida.

Le liste con i candidati e le firme vanno depositate in tribunale oggi dalle 8 alle 20 o domani dalle 8 a mezzogiorno. Fra 24 ore anche per i partiti sarà meno complicato fare delle previsioni sugli eletti.

Nell’attesa qualcosa si può azzardare, limitatamente alla situazione ferrarese, che comunque risentirà delle interferenze elettorali del resto della regione. In provincia di Ferrara saranno eletti sicuramente tre consiglieri regionali, ma ci sono buone e concrete possibilità che scatti anche il quarto.

Sulla base delle recenti elezioni europee - che sono per tutti il dato di riferimento - due consiglieri li prenderebbe il Pd e uno M5S. Il quarto è un rebus. C’è perfino qualche possibilità che possa scattare il terzo consigliere per il Pd, per cui della doppia coppia costituita dai candidati Paolo Calvano-Zappaterra, Eric Zaghini-Irene Tagliani, una prenderebbe il volo per Bologna e l’altra si dividerebbe.

Ma - sempre nel caso che si arrivi a quota quattro eletti - è probabile che l’ultimo consigliere sia conteso tra i partiti del centrodestra: a questa speranza stanno appesi il consigliere regionale uscenre Mauro Malaguti (Fratelli d’Italia) e Luca Cimarelli (Forza Italia). Questo fino all’altro ieri. Ora a sperare in un miracolo c’è anche la Lega. Se - come si augurano nel Carroccio - la candidatura a presidente di Alan Fabbri avrà un importante effetto trascinante, non è escluso che la Lega possa eleggere un consigliere: in questo caso buone chances avrebbe la comacchiese Maura Tomasi, ma a quel punto basterebbe un voto di preferenza in più, per cui potrebbe spuntarla anche la bondenese Ornella Bonati, che gioca in casa con Fabbri.

Il destino di Fabbri è legato indissolubilmente al risultato della coalizione Lega-Fi-Fdi: Fabbri entrerà in Regione se vince la sfida con Bonaccini - ipotesi più aritmetica che politica - o se la sua alleanza prenderà un voto in più dei Cinquestelle. Questo perchè la legge elettorale regionale assicura il seggio solo al candidato presidente che arriva secondo: tutti gli altri candidati alla presidenza (dal terzo arrivato in giù) sono tagliati fuori. La lotta per il secondo posto sarà condizionata - tra l’altro - anche dal risultato di Liberi Cittadini: se la civica di Favia sarà presente ovunque e porterà via consensi ai grillini, allora per Alan Fabbri la strada si spianerebbe.

Per il posto in palio tra i grillini ferraresi - posto non sicuro, ma probabile - se la vedranno Alessandro Cantale (Ferrara), l’argentana Gabriella Ventura, la comacchiese Paola Batistini e Massimo Boggian di Portomaggiore.