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«Siamo pronti a tornare ad un tavolo»

«Siamo pronti a tornare ad un tavolo»

Carpeggiani (Sicobas): siamo ancora qui perché vogliamo siano rispettati i diritti di chi lavora

24 ottobre 2014
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SANT’AGOSTINO. Ieri mattina sul piazzale di fronte alla Mirror i sindacalisti Sicobas, i lavoratori della Lk ed il gruppo di supporto di altri delegati di cooperative limitrofe hanno spiegato le motivazioni che hanno portato ad avviare nuovamente il presidio davanti alla Mirror. «Siamo ancora davanti a questi cancelli - spiegano i lavoratori-manifestanti - perché vogliamo che siano rispettati i diritti di questi lavoratori che sono stati lasciati a casa - spiega Simone Carpeggiani, del Sicobas -, e per portare alla luce una situazione lavorativa, che per anni ha visto irregolarità sulle buste paga e intermediazione di manodopera, di cui l'avvocato ha già provveduto a fare le relative denunce. Inoltre - ha detto ancora Carpeggiani - vogliamo che sia rispettato l'accordo firmato l'8 settembre, dove le parti presenti si erano impegnate a trovare occupazione ai 14 lavoratori in questione; invece nulla e stato fatto. Noi siamo pronti a tornare al tavolo, ma fino a quando non ci sarà una soluzione non molleremo». Nel corso della conferenza stampa sono intervenuti anche alcuni lavoratori della Lk. «Ho lavorato in questo stabilimento per 8 anni - spiega Said - e non sempre i miei diritti sono stati rispettati, ci siamo sempre adattati alle condizioni proposte». Moamed prestava servizio per la committente da 6 anni questa la sua testimonianza: «Abbiamo lavorato spesso in condizioni non idonee, inoltre le nostre mansioni non si limitavano al solo facchinaggio, ma spesso mi sono ritrovato anche a fare della manutenzione». Presenti anche i delegati Cobas giunti dalla cooperativa Camst e Arcese: «Siamo italiani - dicono Gianluca e Sandro - e anche noi dalle nostre cooperative abbiamo avuto gli stessi trattamenti di cui parlano i lavoratori della Lk; è un problema che esiste in tutti i magazzini della logistica italiana; inoltre le cooperative hanno libertà di mettersi una legge interna sugli incentivi annui». «Siamo qua per difendere i diritti dei lavoratori - spiega Eleonora del Crash di Bologna -, e per individuare i veri colpevoli di questa crisi».

Maria Teresa Cafiero

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