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La materna di S. Liberata al servizio delle famiglie

La materna di S. Liberata al servizio delle famiglie

Inaugurata la scuola Le Nuvole, ospita tre sezioni con sessanta bambini È stata ristrutturata e resa sicura con il contributo dell’Ebter dopo il terremoto

25 ottobre 2014
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CENTO. Un investimento da 65mila euro ha trasformato l'asilo nido di via Santa Liberata in una scuola per l'infanzia di tre sezioni che accoglie 60 bambini. L'inaugurazione del plesso Le Nuvole è avvenuta ieri mattina alla presenza del sindaco Piero Lodi, della direttrice scolastica Annamaria Barone Freddo, dei direttori di Confesercenti regionale e provinciale, Stefano Bollettinari e Alessandro Osti, del responsabile locale Michele Rosati e di Giacomo Raisi, presidente di Ebter, ente bilaterale che ha sostenuto in toto le spese di ristrutturazione. «Questo è un momento importante per la scuola e per Cento. È - afferma Lodi - l'ennesima dimostrazione di solidarietà. Dopo i tragici fatti del terremoto del 2012 il nostro territorio si sta riscoprendo più bello. In una scuola bella e sicura si viene più volentieri e la trasformazione di questa struttura, da come era prima, è radicale». Dopo la visita aula per aula, il primo cittadino e i vari ospiti hanno scoperto ufficialmente la targa affissa davanti all'ingresso de Le Nuvole. Alla cerimonia hanno partecipato anche alcuni bambini della scuola. «In un ambiente accogliente - prosegue la Barone Freddo - si lavora meglio. Le difficoltà sono sempre tante ma forse siamo davvero a un punto di svolta, pare che questo governo stia veramente prendendo in considerazione le esigenze della gente. Qui si formano i cittadini italiani del futuro: è importante accompagnare i bambini nel loro percorso di crescita nel modo migliore». L'ambiente “caldo” e confortevole si mostra in tutto il suo splendore: giocattoli, tavolini, sedie in miniatura, disegni alle pareti, colori, libri illustrati. Il contesto è veramente ottimale. «Ebter, ente bilaterale che associa Confesercenti e sindacati, è stato costitutivo una ventina di anni fa - spiega Raisi - Dopo il terremoto abbiamo cercato di capire come poter aiutare persone e imprese e prima di disperdere risorse "a pioggia" abbiamo preferito fermarci e riflettere per capire come poterle incanalare nel migliore dei modi. Abbiamo preso a cuore il progetto di Cento non solo perché volevamo lasciare qualcosa che rimanesse nel tempo, volevamo anche partire dai giovani che sono il nostro futuro. Abbiamo scelto quindi di lavorare per i bambini di questa comunità e siamo contenti del risultato ottenuto».

Samuele Govoni