La Nuova Ferrara

BONDENO. Venerdì pomeriggio è morto, all’età di 85 anni, il fotografo Donato Grechi. Da una dozzina d’anni per motivi di salute aveva interrotto l’attività - portata avanti dal figlio -, ma con la sua macchina fotografica Grechi è stato testimone della vita di Bondeno e dei bondenesi, di quella storia fatta di istantanee di un territorio e di costumi che cambiano, di bambini che crescono, di sposi all’altare, di eventi pubblici. Grechi, che lascia la moglie Diva e il figlio Patrizio con Iole, i nipoti Stefano e Marco è stato davvero il fotografo dei bondenesi. Ha iniziato giovanissimo e ha sempre amato la fotografia e Bondeno, fin da quando lavorava come dipendente dello studio fotografico di Giatti, a Bondeno. Poi, ha coltivato in proprio la sua passione che è diventata la sua professione. In sella al suo motorino percorreva il territorio, andando casa per casa, a fotografare famiglie intere, i bambini, gli eventi della vita che le persone volevano racchiudere e ricordare con uno scatto. «Sul motorino - racconta il figlio Patrizio, che ha seguito la passione del padre per la fotografia, affiancandolo - aveva un fondale, che usava quando doveva fare ritratti di bimbi, di persone». Poi, negli anni ’50 , Donato ha aperto il suo studio fotografico a Stellata, per approdare nel 1963 a Bondeno, in viale Repubblica, a poche decine di metri da dove ha sede ancora oggi la Fotoottica Grechi. E Donato, con le foto da lui scattate ha raccontato la storia del territorio con una corposa e sempre apprezzata serie di mostre. Una vita da fotografo e per questo i familiari hanno voluto che sull’epigrafe che annuncia i funerali, che si terranno domani alle 15.30 nel duomo di Bondeno, ci fosse la foto che è stata riprodotta nel libro che Donato Grechi ha realizzato con Patrizia Benea. E la dicitura: fotografo. (al.vin)