Nell’oceano della piazza il coro di 1.200 ferraresi
Dall’ex Mof all’una di notte sono partiti 24 pullman. I volti, le bandiere, gli slogan Il segretario Atti al ritorno annuncia: la mobilitazione è destinata a proseguire
ROMA. Mezz'ora prima della partenza, si stenta già a trovare posto al parcheggio dell'ex Mof, dove all'una della notte tra venerdì e sabato è fissato l'appuntamento per la partenza dei pullman da Ferrara diretti verso la manifestazione della Cgil a Roma contro il Jobs Act e la Legge di Stabilità del governo. I ferraresi si cercano per categorie: «Avete visto i chimici?». «Dov'è la funzione pubblica?».
Quando alla fine, all'1.20, i “bisonti” lasciano il parcheggio, c'è ancora tanta energia a bordo, nonostante l'ora tarda, e solo all'alba i manifestanti si concedono un rapido pisolino pre-corteo. Saranno proprio i ferraresi, insieme al resto del contingente dell'Emilia Romagna, ad aprire la marcia per cantarle chiare a “Leopoldino”, che per contrappasso è invitato, in varie versioni sui cartelli, ad andare a farsi rottamare. Il colpo d'occhio, lungo via Merulana, è impressionante. «È una manifestazione da grandi numeri. Un risultato straordinario. La coda era così lunga che il corteo è stato costretto a numerose soste, una festa oceanica», commenta soddisfatto il segretario provinciale della Cgil di Ferrara Raffaele Atti.
Il “contributo” estense, al milione di partecipanti stimato in piazza San Giovanni, è di tutto rispetto: 24 pullman per 1200 persone, e la mobilitazione è destinata a proseguire, marcando un'area di dissenso profondo all'interno della stessa sinistra. Un "atto di guerra" preceduto a Ferrara dall'affissione di 200 manifesti per due settimane, numerose assemblee sui luoghi di lavoro, e la distribuzione di 15.000 volantini. «Renzi? Lui di sicuro di sinistra non è», chiosa Francesco Barigozzi, della segreteria organizzativa.
«Questo non è un governo né di destra, né di sinistra - risolve il segretario regionale Vincenzo Colla - è il governo degli imprenditori. A rappresentare i lavoratori è rimasta la Cgil. Quello di oggi è un punto di partenza importante, è questo popolo sceso in piazza a chiederci di fermare i provvedimenti del governo che non creano occupazione ma precariato». Il corteo scivola via placido e compatto, pacifico e indignato: «Tfr = Te Lo Fotteremo» ride amaro uno striscione. Moltissimi i ventenni e i trentenni tra fischietti, palloncini e bandiere, e i “nonni” dello Spi fanno il tifo per loro: “Largo ai giovani” esibiscono sulle pettorine. Quando il tripudio rosso approda in piazzale San Giovanni ad accoglierlo sono le note “Fischia il vento” con i Modena City Ramblers, seguita poi da “I Cento Passi”, “Contessa” e “O Bella Ciao”.
«Non basta un corteo a fermarmi», ha fatto spallucce Renzi. «Nessuno, neanche questo governo spegnerà la voce dei lavoratori» ha replicato a distanza Camusso.