La Nuova Ferrara

Ferrara

LO SCONTRO SUL LAVORO

Nell’oceano della piazza il coro di 1.200 ferraresi

Alessandra Mura
Nell’oceano della piazza il coro di 1.200 ferraresi

Dall’ex Mof all’una di notte sono partiti 24 pullman. I volti, le bandiere, gli slogan Il segretario Atti al ritorno annuncia: la mobilitazione è destinata a proseguire

26 ottobre 2014
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ROMA. Mezz'ora prima della partenza, si stenta già a trovare posto al parcheggio dell'ex Mof, dove all'una della notte tra venerdì e sabato è fissato l'appuntamento per la partenza dei pullman da Ferrara diretti verso la manifestazione della Cgil a Roma contro il Jobs Act e la Legge di Stabilità del governo. I ferraresi si cercano per categorie: «Avete visto i chimici?». «Dov'è la funzione pubblica?».

Quando alla fine, all'1.20, i “bisonti” lasciano il parcheggio, c'è ancora tanta energia a bordo, nonostante l'ora tarda, e solo all'alba i manifestanti si concedono un rapido pisolino pre-corteo. Saranno proprio i ferraresi, insieme al resto del contingente dell'Emilia Romagna, ad aprire la marcia per cantarle chiare a “Leopoldino”, che per contrappasso è invitato, in varie versioni sui cartelli, ad andare a farsi rottamare. Il colpo d'occhio, lungo via Merulana, è impressionante. «È una manifestazione da grandi numeri. Un risultato straordinario. La coda era così lunga che il corteo è stato costretto a numerose soste, una festa oceanica», commenta soddisfatto il segretario provinciale della Cgil di Ferrara Raffaele Atti.

Il “contributo” estense, al milione di partecipanti stimato in piazza San Giovanni, è di tutto rispetto: 24 pullman per 1200 persone, e la mobilitazione è destinata a proseguire, marcando un'area di dissenso profondo all'interno della stessa sinistra. Un "atto di guerra" preceduto a Ferrara dall'affissione di 200 manifesti per due settimane, numerose assemblee sui luoghi di lavoro, e la distribuzione di 15.000 volantini. «Renzi? Lui di sicuro di sinistra non è», chiosa Francesco Barigozzi, della segreteria organizzativa.

«Questo non è un governo né di destra, né di sinistra - risolve il segretario regionale Vincenzo Colla - è il governo degli imprenditori. A rappresentare i lavoratori è rimasta la Cgil. Quello di oggi è un punto di partenza importante, è questo popolo sceso in piazza a chiederci di fermare i provvedimenti del governo che non creano occupazione ma precariato». Il corteo scivola via placido e compatto, pacifico e indignato: «Tfr = Te Lo Fotteremo» ride amaro uno striscione. Moltissimi i ventenni e i trentenni tra fischietti, palloncini e bandiere, e i “nonni” dello Spi fanno il tifo per loro: “Largo ai giovani” esibiscono sulle pettorine. Quando il tripudio rosso approda in piazzale San Giovanni ad accoglierlo sono le note “Fischia il vento” con i Modena City Ramblers, seguita poi da “I Cento Passi”, “Contessa” e “O Bella Ciao”.

«Non basta un corteo a fermarmi», ha fatto spallucce Renzi. «Nessuno, neanche questo governo spegnerà la voce dei lavoratori» ha replicato a distanza Camusso.