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Alan Fabbri: sui bus corse separate tra Rom e italiani

Alan Fabbri: sui bus corse separate tra Rom e italiani

Proposta choc del sindaco di Bondeno, candidato per il centrodestra alle regionali, che lancia la sua sfida sulla sicurezza e "copia" il sindaco Pd di Borgaro Torinese. Per i clandestini nessuna accoglienza: fuori dagli alberghi Guarda il video

26 ottobre 2014
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BONDENO. Non passa giorno ormai senza che da qualche ramificazione del Pd, ormai liberato dai tradizionali ancoraggi della sinistra, spunti un nuovo motivo di discussione o di polemica politica. L’ultimo week end ne ha offerto un ricco campionario, dalla Leopolda renziana alla contromanifestazione della Cgil a Roma, indetta contro il governo e alla quale hanno partecipato noti esponenti del partito nazionale.

Ad arricchire la collezione delle sorprese è arrivata da Borgaro Torinese la notizia che il sindaco locale, Claudio Gambino (Pd), vuol dividere le corse sui bus tra rom e non-rom. Il collega leghista di Bondeno, Alan Fabbri, candidato del centrodestra (Lega, Fi e Fdi) alle regionali del 23 novembre, non si è fatto sfuggire l’occasione e ha colto la palla al balzo: «L’idea mi piace e sono pronto in Regione a introdurla nel patto per la mobilità. Se l’avesse proposta la Lega ci avrebbero preso per razzisti. Lo ha fatto il centrosinistra, in Piemonte, e diventa strumento di integrazione». Una dichiarazione rilasciata sabato scorso a Reggio Emilia, in occasione della presentazione dei Giovani Padani in lista con il Carroccio. Quella idea, come ha riportato la stampa reggiana, Fabbri vuole importarla in Emilia. Così la sfida politica al candidato del centrosinistra è lanciata: «Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa Bonaccini - ha aggiunto Fabbri - Per noi difendere i diritti dei cittadini emiliani viene prima di tutto».

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In Piemonte la motivazione proposta dal sindaco Gambino è legata alla sicurezza: furti e atti violenti consumati sulla linea 69. La questione sicurezza, assieme a quella dell’immigrazione è da sempre uno dei cavalli di battaglia della Lega, temi a cui Fabbri - investito della candidatura regionale - vuole estendere l’ombrello di tutto o buona parte del centrodestra. Il suo grido di battaglia individua come possibili obiettivi gli inceneritori («Non vogliamo i rifiuti del sud»), l’abolizione degli studi di settore, gli interventi sulle infrastrutture, prima fra tutte la Cispadana. Senza dimenticare l’attenzione al lavoro, alla sanità («Contro la politica accentratrice degli ospedali») e alle tasse «che il governo taglia dalla porta e fa rientrare dalla finestra degli enti locali, con tanto di siparietti tra Delrio e Chiamparino sulla pelle dei cittadini».

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«La coalizione è composta da tutti i partiti di centrodestra che si oppongono al governo - ha precisato Fabbri - È stata una nostra imposizione: anche Ncd e Udc hanno chiesto di correre con noi, ma non abbiamo voluto. Berlusconi? Credo che il centrodestra abbia capito che solo un sindaco può incarnare una politica vicina alle persone». Ma l’attivismo di Fabbri, che deve farsi conoscere in regione per contrastare concorrenti certamente più noti, non dimentica malati e immigrati. «Nella legge di stabilità questo governo presieduto da Renzi, che si tirava le secchiate di acqua gelida in testa questa estate, ha tagliato 100 milioni di euro per il fondo della disabilità, andando quindi contro a quello che manifestava sulla Sla. Ma non si è dimenticato di inserire 185 milioni sul fondo dei richiedenti asilo. Questa è la situazione su cui ci stiamo muovendo», ha detto ieri intervenendo a Tgcom24. «Io vengo da un comune terremotato e abbiamo scelto in maniera volontaria di non accettare nessun immigrato clandestino dell'operazione Mare Nostrum - ha concluso - Non andrò mai a dire ad un emiliano che vive nel mio comune in un container perché è venuto un terremoto, che prendo dentro un clandestino e lo metto in albergo».