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PopVicenza passa, ma Carice persevera

di Stefano Scansani
PopVicenza passa, ma Carice persevera

Ora l'istituto veneto ha le mani libere, ma l'aspetta un nuovo sforzo patrimoniale. I centesi fanno sapere: sempre in gioco

28 ottobre 2014
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FERRARA. Superato l’esame della Bce con l’aiutino della Banca d'Italia, la Popolare di Vicenza ora avrebbe orizzonte sgombro e mani libere per esprimere forte e chiara la sua offerta d’acquisto della Cassa di Risparmio di Ferrara.

Il cronoprogramma del rampante istituto di credito presieduto dal potente vitivinicoltore Gianni Zonin era chiaro: superato lo stress test e le forche caudine della Eurotower di Francoforte, la banca della città del Palladio avrebbe puntato immediatamente su Ferrara per far sua la commissariata (da diciassette mesi) e smagrita Carife. Ora i tempi dovrebbero compiersi.

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Ma le modalità di superamento dell’esame della Bce già domenica - al momento dell’annuncio e del corposo comunicato - hanno fatto immaginare non pochi imprevisti, ostacoli e problemi nella marcia d’avvicinamento Vicenza-Ferrara.

Nello speciale che il Sole 24 Ore ieri ha dedicato agli esiti dello stress test (con bocciatura di Mps e Carige) un approfondimento è dedicato al superamento vicentino dell’asticella europea. La Popolare, bocciata dai conteggi Bce, è stata portata in salvo dall'istituto di vigilanza, quindi da una manovra realizzata sotto data: la conversione del prestito obbligazionario soft mandatory per 253 milioni di euro che ha consentito di coprire la carenza tecnica patrimoniale ravvisata dalla Bce e stimata in 223 milioni. L’istituto di Vicenza è quindi corso ai ripari, sovrabbondando di 30 milioni di euro. È l'ultima delle varie operazioni supplementari giù avviate da due anni.

L’approfondimento del Sole 24 Ore in un passaggio tocca la questione “futuro” che ancora vede in sospensione la Fondazione della Cassa di Risparmio di Ferrara, e azionisti, correntisti e dipendenti dell'istituto estense.

Testuale: “Capitali che, rispetto allo scenario di inizio anno, quando l’istituto sembrava in grado di acquisire altre Popolari italiane (da Veneto Banca all’Etruria), si sono rivelati invece sufficienti solamente per la "salvezza"”.

Semplicemente, alla Popolare di Vicenza adesso sarebbero necessari ulteriori capitali per comprare la Cassa ferrarese. Ecco perché immediatamente vengono rilevati ancora imprevisti, ostacoli e problemi nella marcia d’avvicinamento Vicenza-Ferrara.

Tra l'altro va considerato che ancora i due commissari devono sciogliere la questione-zavorra della napoletana Commercio & Finanza la cui alienazione determinerebbe un alleggerimento di Carife rendendola più appetibile. Altro rinvio. Ma se la bocciatura-promozione della Popolare di Vicenza rimbalza rapidamente dalle sponde del Bacchiglione a quelle del Volano, non può che seguire il Reno e arrivare a Cento, inevitabilmente. La telefonata al presidente della Cassa di Risparmio della città del Guercino è di rigore, perché questo istituto ha manifestato interesse per una integrazione con Carife, e perché è doveroso recepire un parere dopo l’esame che ha dato disco verde alla concorrente Popolare di Vicenza. Il presidente Carlo Alberto Roncarati fa intendere che gli obiettivi di Carice restano inalterati, e afferma: «La dimensione del nostro sforzo comunque non cambia». Stop. Roncarati altro non aggiunge. Sforzo centese su due binari: analisi dei conti di Carife entrati in possesso di Carice con l’assenso della Banca d’Italia subordinato ai reali propositi dei centesi; la promozione dell'estensione della base societaria con la vendita di pacchetti di azioni, ora duemila la settimana. Cento ci crede e non arretra.

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