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LA POLEMICA

"I bus per i Rom? Una provocazione"

Fabbri (centrodestra): voglio snidare il Pd, io chiedo controlli serrati sui bus. E contro i picchetti in fabbrica si usi la forza

26 ottobre 2014
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FERRARA. «Bus diversi per Rom e italiani? Ho visto i titoloni, ma quella dichiarazione è stata un po’ fraintesa. Di fatto era una provocazione. Il Pd reclama quel provvedimento in un paese del Piemonte e nessuno (del Pd) dice niente, se la proposta fosse arrivata da noi ci avrebbero accusato di razzismo. Io continuo a chiedere a Stefano Bonaccini, il candidato del centrosinistra per le regionali di novembre, cosa pensa del provvedimento invocato da un sindaco del suo stesso partito». Ha deciso di non perdere tempo Alan Fabbri, sindaco leghista di Bondeno, perché al voto manca meno di un mese e lui, candidato di una coalizione di centrodestra che include Forza Italia, Lega e Fdi deve farsi conoscere a sud del Reno, sulla via Emilia e anche sulla costa, dove tra gli amministratori c’è un omonimo, ma targato M5S. Il caso-Rom gli ha aperto una finestra affacciata su giornali, internet e tv.

Intende davvero creare linee di trasporto distinte fra Rom e non-Rom? E come si mette in pratica materialmente questa separazione?

«Una provocazione è una provocazione. Ma la sostanza è sollevare lo sguardo sul problema, che esiste ed è reale».

In che senso? A Borgaro Torinese c’è un campo Rom e sono state segnalate situazioni di furti e atti violenti sui bus. Ha notizia di episodi simili anche a Ferrara o in regione?

«Basta fare un giro a Bologna per rendersene conto. Ma anche a Ferrara ci sono persone che salgono sul bus e non pagano il biglietto per esempio e questo non è regolare. Ecco, bisognerebbe rendere più frequenti i controlli sulle linee e per questo ci vuole un impegno maggiore da parte delle aziende del trasporto pubblico. Chi non paga deve scendere subito. Comunque il caso dei Rom è stato sollevato più volte e non solo a Bologna, dove sputano sui mezzi pubblici, spingono e non pagano il biglietto. Fino ad ora in questa Regione governata dal centrosinistra per non farsi apostrofare come razzisti hanno fatto finta di niente. Bisogna intensificare la lotta contro l’illegalità. Basta guardare cosa è successo alla Mirror qualche giorno fa».

Parla della manifestazione sindacale e dei picchetti a Sant’Agostino?

«Sì, fuori dai cancelli c’era un gruppo di magrebini che non erano nemmeno dipendenti dell’azienda e hanno impedito a chi lavora in fabbrica di entrare e uscire liberamente. Di fronte a questi atti bisogna usare la forza e cacciare via chi non lede i diritti e la libertà degli altri».

Pugno duro anche contro l’islam, lei ha invocato di de-islamizzazione dell’Emilia Romagna.

«Bisogna mettere mano al regolamento della Regione e distinguere le associazioni culturali vere da quelle finte, il cui fine è creare luoghi di culto di fatto non autorizzati. Lo Stato italiano ha firmato convenzioni con la religione cattolica e con altre religioni, come quella ebraica. Si dovrà fare la stessa cosa con la religione islamica, bisognerà fissare regole chiare, un concordato, per evitare che certe associazioni possano coprire attività di proselitismo per alimentare il terrorismo internazionale».

Ieri, intanto, Fabbri ha lanciato l’operazione “Smonta le balle”. «Basta bugie targate Pd - ha detto - Su sanità e infrastrutture è flop totale: i nostri malati migrano in Veneto, perché là, grazie a un sistema realmente virtuoso, per una risonanza magnetica basta una settimana di attesa, non 85 giorni come in Emilia Romagna». (gi.ca.)