La Nuova Ferrara

Ferrara

Nelle sue tante fotografie c’è la storia di Bondeno

Nelle sue tante fotografie c’è la storia di Bondeno

Ieri grande commozione al funerale di Donato Grechi, morto a 85 anni Il ricordo di monsignor Vincenzi: ha vissuto soprattutto per il suo lavoro

28 ottobre 2014
2 MINUTI DI LETTURA





BONDENO. La foto recuperata dell'antica Villa Borselli, prima della sua riconversione in ospedale; le foto della piazza, prima degli interventi strutturali degli scorsi decenni; quelle della chiusura della Chiavica Bova che resta una sorta di monumento all'ingegneria idraulica del suo tempo; ed ancora, tutti i frame di una vita rurale trasformata in quella di una città più moderna, dei nostri giorni. L'obiettivo di Donato Grechi ha saputo immortalare Bondeno da diverse prospettive, pubblicate nel libro fotografico realizzato con Patrizia Benea.

E, ieri pomeriggio, in tanti hanno voluto tributare un omaggio al grande fotografo, scomparso nei giorni scorsi all'età di 85 anni. Commosso l'abbraccio della comunità alla famiglia di Donato: la moglie, il figlio Patrizio, che porta avanti da anni l'attività iniziata dal padre, con i nipoti di Donato: Marco e Stefano, quest'ultimo esponente del Lions Club e di Cna, e specializzato nel settore dell'ottica, come già aveva fatto il precursore, Patrizio. Una famiglia che per Bondeno rappresenta un modello, e che il monsignore Marcello Vincenzi ha voluto salutare calorosamente, assieme al diacono Pierluigi Piacentini, nel giorno dell'estremo saluto a Donato. Vengono lette dall'altare la seconda lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi, in cui viene rivelata la presenza di una vita che ci attende nel Regno dei cieli, quando la dimora terrena (rappresentata dalla metafora di una tenda) verrà consumata. Ma si ricordano anche le parole del Vangelo di Giovanni, in quanto «Dio misericordioso ci assegna un posto, che ciascuno di noi ha meritato nella sua vita terrena - ha spiegato nell'omelia monsignore Vincenzi -. La vita è un crogiuolo anche di sofferenza, ma dove non arriviamo per i limiti della condizione umana, ci viene in aiuto il Signore, con la sua bontà, per non perdere nessuno dei suoi figli lungo il cammino». Toccante il ricordo della vita professionale di Donato Grechi: «Chi non ha almeno una sua foto a casa?», ha chiesto il sacerdote. Il quale ricorda la dettagliata rappresentazione dei luoghi di culto della città: la chiesa, la torre campanaria, il cortile della canonica, dove un tempo sorgeva un pozzo: raffigurati in primavera, ed imbiancati d'inverno, dal gelo e dalla neve. «Donato - ha detto monsignore Marcello Vincenzi in conclusione - ha vissuto per la fotografia, cercando l'incanto nell'immagine e nelle sensazioni rappresentate. Ha imparato a raccontare i territori ed i suoi personaggi, trasmettendo la sua arte al figlio ed ai nipoti». L'ultimo dono dei quali, proprio nel giorno dell'ultimo saluto a Donato Grechi, è stato a beneficio della comunità, chiedendo di donare le offerte alla parrocchia Natività di Maria.

Mirco Peccenini

©RIPRODUZIONE RISERVATA