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«Ora sono guarito ma senza lavoro»

La storia di un 30enne che ha superato una grave patologia E che è stato scartato da un’azienda pur con i requisiti giusti

28 ottobre 2014
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FERRARA. «Spesso non siamo noi giovani a non aver voglia di lavorare, ma sono le aziende che, dopo averti allungato la mano, la ritraggono. Qui nel Ferrarese la situazione è davvero dura, capisco che le imprese siano in difficoltà ma anche noi lavoratori abbiamo bisogno di portare a casa lo stipendio e se non ce ne viene data la possibilità come facciamo a tirare avanti?».

A parlare è Marco (nome di fantasia), un ragazzo di 30 anni, residente in un paese del Medio Ferrarese, che con la sua storia si fa portavoce di chi vorrebbe solo poter lavorare in maniera stabile. Marco, alcune settimane fa si è presentato alle selezioni per un corso di formazione di 300 ore divise tra teoria e pratica. «Avevo già una certa esperienza nel settore meccanico perché, prima di perdere il posto, svolgevo mansioni analoghe a quelle richieste. Il primo passo - spiega - è stato un test di logica e di materia al quale abbiamo partecipato in circa cinquanta disoccupati. L'ho superato senza difficoltà e mi è stato fissato un colloquio nell'azienda che attualmente è alla ricerca di personale».

Occorre però fare un passo indietro. Marco alcuni mesi fa era stato colpito da una grave malattia dalla quale però è uscito completamente.

«Ora sono guarito al cento per cento e sto bene. Referti medici alla mano, sono guarito», ma torniamo al colloquio. Dopo essersi presentato con ottime credenziali in campo meccanico, a Marco è stata chiesta la percentuale di invalidità; una domanda comune. «Ho risposto sinceramente e ho spiegato che a inizio anno avevo dovuto combattere con questa malattia che poi però ho sconfitto con successo. Il responsabile dell'ufficio personale - continua -, dopo aver ascoltato la mia storia, mi ha chiesto: "Lei lo sa che questo tipo di mansione potrebbe portare, a lungo andare, alla contrazione di malattie analoghe?"; ho risposto affermativamente e poi sul classico "le faremo sapere", si è concluso il colloquio. Come è andata a finire? Mi hanno detto che non ero idoneo. Ma avevo superato le prove, conoscevo la materia, avevo già svolto lavori simili. Sono stato discriminato a causa della malattia che ho avuto».

Marco si è chiesto più volte il perché di questa scelta. «Già trovare lavoro è difficile, se in più si viene tagliati fuori in questo modo e senza un motivo, come si può pensare di costruire qualcosa?».

Samuele Govoni

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