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Bloccati i conti correnti postali a Zironi

di Gian Pietro Zerbini
Bloccati i conti correnti postali a Zironi

L’amministratore unico della “Studio 18 Karati” protesta: in questo modo la mia azienda rischia il fallimento

29 ottobre 2014
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Il suo inconfondibile e ammiccante sorriso che campeggia sui cartelloni pubblicitari, sugli autobus, negli spot televisivi rischia di trasformarsi in una smorfia di dolore.

Andrea Zironi, amministratore Unico dello “Studio 18 Karati Spa”, con sede a Ferrara, una delle maggiori aziende nazionali nell’attività del compro oro, è a un passo dal fallimento se non verranno al più presto sbloccati i conti correnti postali della società. L’azienda ha una quarantina di dipendenti e 23 centri, dopo il piano progressivo di riduzione (un tempo erano 56 negozi sparsi in tutta Italia). Un blocco, a detta di Zironi, ingiustificato e per questo motivo oggi partirà una querela contro Poste Italiane, che senza preavviso ha chiuso i rubinetti nell’erogare la liquidità, assestando di fatto un colpo durissimo, se non letale, all’azienda.

«Hanno bloccato i conti venerdì pomeriggio alle ore 11.30 senza avvisare nessuno - spiega Zironi - avevamo un articolato sistemi di conto correnti postali per alimentare la nostra attività. Di punto in bianco sono stati filtrati i bonifici che stavamo aspettando per un valore di centinaia di migliaia di euro, non siamo riusciti nemmeno a fare prelevamenti in contanti. Adesso ho i negozi chiusi per questo blocco e in pratica così hanno azzerato la nostra attività che si basa ovviamente sulla liquidità. E dire che Poste Italiane, quando abbiamo aperto i conti, ha effettuato un’adeguata verifica alla nostra struttura. Mi hanno detto che simili operazioni di blocco sono state fatte nei confronti di altre attività che lavorano nel mio settore, qualcosa come 1.300 conti correnti postali bloccati senza preavviso. L’azienda ora, per forza di cose, è chiusa, non so come fare per superare questo danno, gravissimo sotto l’aspetto patrimoniale. Le Poste dovranno assumersi in questo caso le loro responsabilità per quanto hanno fatto senza preavviso. Qui si rischia di mandare a casa i dipendenti e non riusciamo più a lavorare». Contattando gli uffici di Ferrara, Zironi dice non aver avuto risposte convincenti da Poste Italiane e gli hanno fatto capire che è stata una decisione presa a livello nazionale da Roma.

«La sede rischia il fallimento - prosegue l’amministrare unico dello Studio 18 Karati - bastano 5 giorni, al massimo 10, senza poter lavorare per mandare in rovina l’attività. Non è giusto anche nei confronti dei miei dipendenti, assunti a tempo indeterminato. Ora ho l’azienda in ginocchio. Ci stavamo riprendendo dopo il 2013 che è stato un anno davvero negativo. Ora questo colpo rischia di mettere definitivamente la parola fine su questa attività che produceva un fatturato di 78 milioni di euro l’anno prima del crollo del prezzo dell’oro avvenuto nel 2013. Lo scorso anno il fatturato era stato di 40 milioni. A questo si aggiunge anche il fatto che il sistema bancario non ci aiuta. Hanno chiuso i rubinetti soprattutto per quelle aziende che lavorano molto sulla liquidità e il contante come la nostra. Il contante è considerato al giorno d’oggi un rischio».

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