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«Io, minorenne senza nessuna difesa»

«Io, minorenne senza nessuna difesa»

Copparo, l’atto di accusa della ragazza nei confronti dei servizi sociali: invece di aiutarmi, si sono girati dall’altra parte

29 ottobre 2014
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 È un atto d’accusa nei confronti dei servizi sociali del Copparese, quello della giovane Giulia Patuzzi e della madre Genny Latteniesi.

Incolpano in buona sostanza l’ufficio degli assistenti sociali di avere danneggiato la diciottenne, nell’ambito di una vicenda familiare problematica. Tutto però inizia quando la ragazza non ha ancora la maggiore età.

«Io e mio marito siamo separati – racconta la mamma – e in base a un accordo tra noi ci siamo divisi la responsabilità sui nostri due figli».

È Giulia che a 12 anni va a vivere con il papà a Formignana. Nel frattempo l’uomo inizia a frequentare una nuova donna, che diventa la sua compagna e si trasferisce sotto lo stesso tetto della figlia. Il rapporto tra le due è conflittuale e il padre, un paio d’anni fa, si rivolge a un’assistente sociale del Comune per sostenere la minorenne in questo frangente difficile. Tutto bene fino a che questa figura non cambia all’improvviso, un mese e mezzo fa.

«La nuova assistente sociale – spiega Giulia – praticamente non mi ha mai incontrato, se non per una comunicazione formale del passaggio dell’incarico. E ha cominciato ad ascoltare solo la compagna di mio padre».

A metà settembre, poi, la goccia che fa traboccare il vaso. Il giorno dopo un ulteriore litigio, stavolta tra l’uomo e la fidanzata, per sbrogliare il quale erano pure intervenuti i carabinieri, Giulia torna a casa da Ferrara: non riesce a entrare, la serratura è stata cambiata. «Mio papà mi ha detto al telefono che è stata la compagna, su consiglio dell’assistente sociale», ricorda Giulia, che da quel momento in poi è costretta ad abitare dalla nonna a Ro, impossibilitata anche semplicemente a raccogliere i suoi effetti personali dalla casa del padre. La mamma vive assieme ad altre quattro persone in poche stanze e non riesce a ospitarla.

«È incredibile – interviene Patrizia Mazzanti, amica delle due donne e testimone dei fatti – , il consiglio di cambiare la serratura e di non permettere a una minorenne di poter rientare a casa! Abbiamo parlato con l’assistente sociale: in un primo momento aveva negato, poi ha ammesso giustificandosi ma senza convincerci. Ma è tutto una scaricabarile: la dirigente dei servizi sociali ha aspettato, secondo noi apposta, che Giulia diventasse maggiorenne, pochissimo tempo fa, per dirci che ora il caso non compete più a loro e che le pratiche sarebbero state da rifare dall’inizio perché si passa all’area adulti».

Comprensibilmente la ragazza è molto amareggiata: «Invece di difendermi in quanto minorenne, si sono voltati dall’altra parte», dice Giulia la quale comunque confida in una soluzione in tempi brevi della sua vicenda.

Fabio Terminali

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