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Le feste di partito hanno perduto l’appeal

Maurizio Barbieri
Le feste di partito hanno perduto l’appeal

Prima di Tangentopoli erano centinaia, ora si sono ridotte ad una ventina Il calo ha coinciso con la crisi della politica a tutto vantaggio delle sagre

30 ottobre 2014
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 Mentre le sagre paesane stanno vivendo un periodo positivo le feste di partito vivono un momento di crisi. La disaffezione verso la politica si traduce anche in una disaffezione verso questo tipo di feste nonostante gli ingredienti siano più o meno gli stessi ovvero buona cucina e spettacoli. La parte del leone la fanno ancora le feste de l’Unità (sono 17). Quest’anno non si sono svolte due feste che si tenevano da tempo immemorabile quali quelle di Copparo e Jolanda di Savoia però sono sorte un paio di piccole feste a Corlo e a Porotto. Dopo aver tentato di ripristinarla alcuni anni fa già dallo scorso anno anche la festa di Formignana non è più stata realizzata mentre un territorio importante come il Centese da alcuni anni non vede più andare in scena la kermesse che si svolgeva a Casumaro. Situazione di oggettiva difficoltà anche nel Basso Ferrarese dove è rimasta in piedi solo la festa di Lagosanto ripristinata lo scorso anno dopo un’assenza durata trent’anni. Chiusa l’esperienza della festa estiva al Lido di Pomposa, finita tre anni fa anche l’ esperienza della festa di Mesola che aveva luogo in un luogo strategico (a lato della Romea, quando è stata spostata a Mesola è stato un flop e dopo un anno non si è più svolta).

Nell’area dell’ex Mandamento Copparese ora Unione Terre e Fiumi la situazione non è idilliaca. È rimasta solo la festa di Tresigallo. Le roccaforti per le feste del Pd rimangono l’Argentano e Portomaggiore. Quest’ultima sembra non conoscere crisi e la decisione presa anni fa dai dirigenti del Pd portuense sta pagando. Si decise infatti di realizzare il centro dell’Olmo, una struttura moderna, coperta e con aria condizionata, utilizzabile sia per Festissima che per varie manifestazioni, pranzi, cene, gioco della tombola, tutto l’anno. Nell’Argentano la situazione è variegata. Argenta anni fa decise di svolgere la propria festa presso il Parco Due Ponti di Campotto e di chiamarla “Sapori d’autunno”. Ad organizzarla le sezioni Pd di Argenta e Campotto ma si decise di togliere l’etichetta festa Democratica o de l’Unità riuscendo in tal modo a catalizzare l’interesse di tante persone non politicizzate. Resistono le feste di Anita, Boccaleone, Filo, Longastrino e Santa Maria Codifiume. Ogni anno si parla della possibile creazione di una maxi festa tra Anita, Filo e Longastrino, ma poi i discorsi rimangono fini a se stessi. «Penso sia più realistica una collaborazione fra queste feste, una sorta di sinergia - spiega Robert Bellotti, segretario del circolo Pd di Filo - al fine di contenere i costi». Nell’Alto Ferrarese le due isole sono Poggio Renatico dove esiste una struttura coperta e funzionale e Bondeno che dall’ultima edizione ha assunto la denominazione di festa dell’Alto Ferrarese. In città terminata l’esperienza della Rivana le feste storiche sono quelle di Barco (ripristinata quest’anno dopo lo stop del 2013), Pontelagoscuro (festa nazionale Ambiente) e San Martino.

Luigi Vitellio dall’11 novembre 2011 è il segretario organizzativo del Pd. «La riduzione delle feste è conseguente alla dimunizione dei circoli. Le nostre feste hanno una valenza politica, di aggregazione ed autofinanziamento e non prediligono solo l’aspetto gastronomico. L’allestimento delle feste ha un costo micidiale per quanto riguarda montaggio e smontaggio dovendoci affiddare a ditte esterne».

«Fare una festa è diventato molto oneroso - spiega Daniela Fuschini del Circolo di Rifondazione Comunista di Ostellato - noi riusciamo a farla in quanto a Medelana-Rovereto paghiamo un affitto simbolico e non retribuiamo nessuna persona e ci limitiamo all’aspeto gastronomico e alla presentazione di libri e dibattiti riunicnado alla musica in quanto dovremmo pagare la Siae. Con il ricavato riusciamo a pagare i manifesti e i volantini ad affittare le sale e a fare un minimo di iniziative politiche».

«Da qualche anno ci siamo concentrati sulla festa di Diamantina - spiega Aldo Manfredini, segretario cittadino della Lega Nord - vedremo se sarà possibile ripristinare la festa dal mezz setembar frares che facevamo a Ferrara».

«La gente si riconosce in ideali diversi, i paesi si aggregano attraverso le Pro Loco, le parrocchie e le associazioni sportive - afferma Sergio Mazzini, anima della festa socialista di Ravalle - la nostra è una festa aperta dove la gente apprezza la cordialità che si respira, diamo un senso della famiglia e non come in certe feste de l’Unità dove vieni accolto da musi lunghi. Nel futuro non vedo spazio per le feste di partito, specie in città. Servono aperture verso il sociale: la gente non vuole etichette di partito».

«Fino a che le forze mi sorreggeranno la festa Tricolore di Mirabello si farà - esordisce Vittorio Lodi - lo promisi a Giorgio Almirante nel 1982. Noi non ci arrendiamo. Certo è cambiato molto rispetto ad allora. Nel 2013 abbiamo toccato il fondo. Quest’anno si è svolta presso la mia azienda ed i segnali sono stati incoraggianti. Siamo divisi in mille rivoli ma in Italia c’è tanto bisogno di destra».

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